10^ puntata: ''DIVAGAZIONI DI… POLIZIA GIUDIZIARIA (ovvero: “Che s’ava fà pe’ campà) - 1^ parte''
DIVAGAZIONI DI… POLIZIA GIUDIZIARIA (ovvero: “Che s’ava fà pe’ campà) - 1^ parte
Voi probabilmente non crederete se vi racconto di un Ufficiale di Polizia che riesce ad arrestare quelli che devono essere catturati su ordine o mandato dell’ Autorità Giudiziaria facendoli accomodare con le loro gambe nelle patrie galere. E tanto meno crederete che qualcuno dei catturandi addirittura si arrabbia ed insiste per correre a farsi mettere i poco accoglienti “ferri” purtroppo ancora in uso presso i nostri stabilimenti di pena!
Ebbene non meravigliatevi, perchè questo ufficiale esiste davvero e sa compiere all’occorrenza manovre da vero prestigiatore. I pregiudicati, che lo conoscono bene, lo chiamano “don Pasquale”, e si scappellano quando lo vedono. Per noi è il maresciallo Venditti, comodamente della Squadra di polizia giudiziaria dei Carabinieri di Trani. Mi avevano sempre parlato di lui come di un tipo in gamba, ma da quando ho saputo che riesce ad arrestare la gente facendola correre… allegramente verso il “castello”, mi sono convinto che è in gambissima.
Sentite, sentite. Primo episodio. Venditti riceve un ordine di cattura per un pregiudicato tranese. Un pomeriggio, mentre sta recandosi al carcere, scorge il suo uomo proprio nei pressi del “castello”. La voglia di avventarsi addosso, di fronte a così propizia occasione è forte, ma “don Pasquale” è un tipo riflessivo: se ora mi avvicino e dico che lo devo arrestare – pensa – quello mi fa uno sberleffo e come minimo emigra… in Argentina!
Allora, tattica di attesa. Venditti entra nel carcere e svolge i fatti suoi. Ne esce dopo mezz’ora; l’interessato non c’è più. Pazientemente il maresciallo lo cerca per Trani e lo ritrova nei pressi di un cinema. Si avvicina con garbo.
- Senti, tu mi hai visto entrare poco fa nel carcere, è vero?
- Sissignore, marescià.
- Beh, me lo faresti un favore?
- Eccome, marescià; comandate!
- Guarda che ho dimenticato la mia penna “Aurora” nel carcere. Sai, mi dispiacerebbe tanto perderla, è un regalo di mia moglie. Però adesso non posso ritornarci perchè sono stato chiamato di urgenza in caserma. Per piacere vacci tu al carcere e fatti dare la penna dall’agente addetto al registro di entrata.
- Subito, marescià, ho la bicicletta, vado e vengo in due minuti!
E così l’ignaro catturando si avvia di corsa verso il turrito ed umido maniero, preceduto da una fulminea telefonata di Venditti: “Ragazzi, il pollo arriva, trattenetelo”. Subito dopo arriva lui e sbatacchia garbatamente sul viso del trafelato ciclista un motivato ordine di cattura. Quello per poco non sviene.
Dr. Antonio Maralfa
Sostituto Procuratore della Repubblica
12/05/2013
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