5^ puntata - ''Lo yoga classico - 2^ parte''
Lo yoga classico - 2^ parte
Da un punto di vista degli stati psichici, se un guna è molto più attivo degli altri si creano degli scompensi seri nella personalità. Infatti, “quando tamas predomina, sopprimendo gli altri due guna, la mente entra in uno stato d’inattività. Il risultato è un processo di pensiero lento, che a volte smette anche di manifestarsi. Quando questo stato si aggrava, l’inattività diviene acuta e si esprime sotto forma di nevrosi avanzata”. Se invece domina rajas “e sattwa e tamas sono soppressi, la mente è frammentata, dissipata, disgregata; si hanno idee di suicidio, di omicidio e si sviluppa una frattura nella personalità”. Quando swatta si manifesta, il soggetto è concentrato e sperimenta stati di saggezza, c’è bilanciamento tra gli altri due guna.
La maggior parte delle persone oscilla tra lo stato di concentrazione e l’instabilità e ciò è dovuto all’interazione tra i guna. Dalla combinazione i queste tra qualità (sattwa, tamas e rajas) si originano diverse personalità. In relazione alla combinazione di queste qualità, devono essere selezionate le pratiche meditative.
Lo yoga mira a regolare, attraverso un complesso di tecniche, l’attività dei guna, ad aumentare i livelli di concentrazione nel soggetto per giungere ad ekagrata “che significa unidirezionalità. Quando la mente giunge a uno stato di unidirezionalità, in quel momento rajo e tamas sono totalmente assenti, solamente sattwa prevale (…), dopo questo stato c’è solo nirodha in cui “la vostra coscienza individuale è resa libera dalla morsa dei tre guna” e si sperimenta un nuovo stato di coscienza.
I sistemi Samkhya e Yoga, pur avendo un’identica visione dei principi su cui si basa la manifestazione materiale, si differenziano per alcuni aspetti teorici molto importanti. Il Samkhya è una filosofia atea, lo Yoga al contrario “… postula l’esistenza di un Dio (Isvara); inoltre, mentre il Samkhya ai fini della salvezza, pone l’accento sulla conoscenza, lo Yoga insiste invece sulla disciplina mentale…” cioè si avvale anche di un complesso di tecniche di tipo prevalentemente meditativo.
Negli Yogasutra, Patanjali coniuga il materiale proveniente dai Samkhya (in termini di principi morali e comportamentali) con il complesso delle tecniche yogiche. Si precisa inoltre, che i sutra hanno una struttura in molte parti ermetica, perchè sono stati scritti per essere commentati e completati (attraverso la trasmissione orale), dagli insegnamenti del maestro.
Nel testo prenderemo in esame solo alcuni sutra, utili a comprendere come per Patanjali è possibile conoscere e realizzare se stessi.
14/05/2013
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