LA VOGLIA DI PRIMAVERA ENTRA IN CASA
È tornato, benchè tardivo, il prepotente incanto della primavera, con la sua esplosione di profumi e colori: miracolo ciclico di forme organiche che, tra cascate di corolle, chiome di foglie e intrecci di rami, conquista artisti e creativi di ogni epoca, anche quelli forse un po' disincantati dei nostri tempi. «Foliages», «ramages» e uno stile floreale di ritorno sono alla base di alcune tra le nuove creazioni per l'arredo che, in chiave concettuale o con toni iperrealistici, portano tra le mura domestiche le suggestioni della natura rifiorente.
Sottilmente minimali, e con una lieve concessione alla decorazione, sono gli sgabelli con i tavolini Hive, creazione del trio di architetti svizzeri Atelier Oï per B&B Italia, tra le novità di quest'anno: come fiori con le foglie, gli sgabelli di forma esagonale sono rivestiti di piccoli petali in pelle (ricavati da scarti di lavorazione) e affiancati dai tavolini-foglia, anch'essi esagonali, in metallo, con i bordi lievemente ripiegati vero l'alto. Marcel Wanders già dal nome della sua nuova poltrona per Cappellini, Dalia, ne dichiara l'ispirazione floreale: la seduta, che riproduce le forme stilizzate e tondeggianti del fiore colorato, è rivestita in tessuto e posa su una base girevole in metallo, che ne accentua l'aspetto a corolla. Seguendo lo stesso segno minimale, Patricia Urquiola si ispira all'intreccio delle foglie nel grafismo che caratterizza la serie Foliage, un divano e una poltrona progettati per Kartell: l'impuntura che definisce le sedute richiama le linee sinuose delle foglie, mentre la struttura delle gambe ricorda l'incrocio geometrico dei rami.
Alla corrente più concettuale e minimal fa da contrappunto la linea iperrealista dei progettisti che amano riprodurre in tutto il loro rigoglio le forme e i colori della natura: ne è un esempio la linea di poltrone e divani a forma di foglia presentata al Salone da Sicis, azienda di rivestimenti mosaici che spazia anche nel settore arredo. I progettisti, i due scenografi Alida Cappellini e Giovanni Licheri, hanno creato sedute che riproducono con una mimesi perfetta (e assai teatrale) le sagome e i colori delle foglie di bambù, magnolia, quercia, acero e betulla, con le venature, le sfumature, le sagome lobate o appuntite. Anche Ferruccio Laviani si è fatto tentare dall'imitazione realistica, che aggancia con un filo diretto gli stilemi barocchi: per Fratelli Boffi ha ideato le sedie Clorophilla, con la struttura in legno scolpito che riproduce un mazzo di tre foglie nello schienale e rami rampicanti sulle gambe; la seduta, imbottita, è rivestita di un tessuto con un disegno di foglie di un verde energico e vitale.
I toni tornano minimali con Kadou, il nuovo appendiabiti che ha disegnato per Bonaldo il giovane progettista giapponese Ryosuke Fukusada: Kadou significa in giapponese «l'arte dei fiori» e riproduce la forma di un vaso tradizionale, sottile e alto, in cui sono inseriti cinque rami colorati in metallo, alle cui estremità ripiegate si appendono gli abiti. La natura fa capolino anche nelle collezioni di Roche Bobois, nelle forme del tavolino Bonheur, firmato da Fabrice Berrux, dalla struttura in acciaio laccato con piano in vetro trasparente, che riproduce il profilo di un trifoglio (disponibile, per i superstiziosi, anche nella versione a quadrifoglio). Alle mangrovie, invece, si ispirano i tre pezzi della collezione Mangrove di Marco Fumagalli, sempre tra le novità di Roche Bobois: la linea è composta da un armadio, una credenza e un tavolino laccati, caratterizzati da inserti in rovere che riproducono l'avvolgente intreccio dei rami acquatici delle foreste tropicali. L'ispirazione naturale proviene anche dalle umili verdure, che nulla hanno da invidiare alla bellezza di fiori e foglie: lo dimostra Orto, il rivestimento murale in stoffa floccata ideato dal flower designer Vincenzo Dascanio per Giardini Wallcoverings, che riproduce con un realistico effetto tridimensionale le forme dei cavolfiori. Infine, si affida a un classico bouquet la giovane designer Serena Confalonieri, che per Nodus ha ideato il bel tappeto Flamingo: realizzato in lana in India, interamente taftato a mano, riproduce anche nella sagoma frastagliata un mazzo di fiori dai toni pittorici; il richiamo è ai dipinti di scuola fiamminga, ma i contrasti di colore, saturi e quasi espressionistici, sono di forte modernità.
Di Antonella Galli
Fonte: il Sole 24ore


06/06/2013