7^ puntata - ''Commento dei sutra - parte 2''
Commento dei “sutra”
Sutra 30, II: yama (prima tappa)
“La non violenza, la verità, l’onestà, l’astinenza sessuale e i non accumulare sono le cinque forme di autocontrollo”.
Lo yoga per Patanjali ha bisogno di un forte impianto etico. L’ energia sessuale come in molti percorsi è sublimata e diretta a fini spirituali, ma è chiaro che questa indicazione è per chi fa una scelta ascetica. Nella tradizione è previsto che vi siano praticanti di yoga che conducano una vita familiare.
Sutra 32, II: niyama (seconda tappa)
“la pulizia, l’appagamento, l’austerità. Lo studio di sè e l’abbandono a Dio sono le osservanze stabilite”.
Eliade osserva che: “… durante questi esercizi (che sono piuttosto di ordine morale e non hanno una vera struttura yoga), sorgono delle difficoltà, che per lo più sono prodotte dal subconscio. Il turbamento provocato dal dubbio è l’ostacolo più pericoloso che si possa incontrare sulla via della concentrazione”.
Per Patanjali lo yogi deve vincere il dubbio, gestire i tumulti di coscienza per divenire concentrato e porre alla base della sua esistenza l’osservanza costante di yama e niyama. L’autore è consapevole della difficoltà che il praticante di yoga può incontrare nell’attuazione di yama e niyama, infatti, nel sutra trentatrè, fornisce un possibile strumento di gestione del turbinio mentale.
Sutra 33, II:
“quando la mente è disturbata dalle passioni, si dovrebbe meditare sugli opposti”.
La repressione dell’ira, della rabbia, non consente processi di trasformazione, come pure la loro espressione senza alcuna gestione, ha una grande forza distruttiva. Nei sutra, l’autore, consiglia la meditazione sugli opposti ma questo presume che il praticante abbia già fatto esperienza dello stato meditativo. Si tratta di non nutrire con ulteriore attenzione, la rabbia o qualsiasi altro sentimento che ci disturba e di sviluppare il suo opposto. Satyananda Saraswati afferma che: “l’odio può essere superato con l’amore perchè sono l’opposto l’uno dell’altro.”.
Dalla terza tappa yogica in poi si affrontano le tecniche; l’autore inizia spigando il significato di asana.
Sutra 46, II: (terza tappa)
“la posizione deve essere stabile e confortevole”.
Patanjali dedica pochissima attenzione alle asana, le quali invece sono utilizzate molto di più dalla scuola tantrica. L’autore quando parla di asana si riferisce soltanto alle posizioni utili per la meditazione. Afferma che la posizione meditativa deve essere stabile e confortevole perchè quando lo yogi riesce a mantenere il corpo immobile e a padroneggiare l’asana (posizione) egli, non è più distratto dall’esigenza di movimento del corpo e può divenire concentrato.
15/06/2013
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