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“LAMA MARTINA” HA TRE NUOVI OSPITI
“LAMA MARTINA” HA TRE NUOVI OSPITI
Continua l’ opera di recupero e valorizzazione del territorio di “ Lama Martina”, situata a Molfetta alle spalle della Scuola elementare Cozzoli, sede del Centro Recupero Tartarughe che attualmente ospita due esemplari di caretta- caretta in fase di guarigione. Nei giorni scorsi al personale del Corpo di Polizia Municipale erano stati consegnati da alcuni cittadini molfettesi tre animali feriti o in difficoltà che sono stati affidati alle cure di Pasquale Salvemini, responsabile del Centro che si è preso cura di loro fino a quando non sono stati in grado di essere immessi nuovamente nel loro ambiente naturale:la lama che presenta le caratteristiche idonee per accogliere questi animali. Alla presenza degli agenti della polizia municipale, degli abitanti del quartiere di espansione, cresciuto a ridosso proprio della lama, di alcuni fotografi che hanno immortalato l’ evento, sono stati liberati: un rondone, un gheppio e un giovane cervone, che è un rettile comune che si trova nelle nostra campagne.
I due uccelli erano stati feriti forse a causa del forte vento o delle avverse condizioni meteo che li avevano fatti precipitare dal nido. Sono stati quindi alimentati, curati e messi nelle condizione di riprendere il volo. Il cervone invece è un rettile caratterizzato da quattro fasce di colore scuro che corrono, due per parte, lungo i lati del corpo ha una colorazione di fondo bruno-giallastra. Sul capo è inoltre presente una barra scura che si allunga dalla commessura della bocca fino all’ occhio.
I giovani hanno invece una colorazione bruno-grigiastra con numerose ed irregolari macchie scure disposte in tre serie longitudinali, mentre nei sub adulti la livrea ha caratteri intermedi. Il suo habitat è di macchia mediterranea, di solito al limite di radure, praterie, garighe, boscaglie,dove poi è stato liberato. Preda mammiferi che vanno dal toporagno fino al coniglio o uccelli che possono avere anche le dimensioni di un piccione, non disdegna nemmeno le loro uova che ingerisce intere. Cattura le prede con un agguato e in genere le uccide per costrizione.
Queste notizie ha fornito Pasquale Salvemini che è anche il responsabile regionale della LAC ( Lega Abolizione Caccia) ai curiosi che hanno assistito al momento della liberazione quando, il giovane rettile, velocemente, dopo essere stato fatto uscire da un sacco, si è nascosto negli anfratti di un muretto a secco facendo perdere le sue tracce. Il gheppio, rimessosi perfettamente, non vedeva l’ ora di riprendere il volo e riacquistare la libertà, tanto che ha graffiato Pasquale Salvemini che lo aveva messo a favore dell’ obiettivo e cercava di tenergli ferme le zampe per le foto,prima di lasciarlo volare verso un albero dalla folta chioma e sparire alla vista dei presenti.
Il gheppio, appartenente alla famiglia dei falchetti si nutre di lucertole, topolini e piccoli roditori. Molti conoscono il gheppio poichè ha conquistato le città come proprio ambiente e si caratterizza per il suo originale volo oscillante. La caratteristica più notevole è che i maschi hanno la testa di colore grigio chiaro, le femmine invece sono uniformemente di colore rosso mattone. I maschi hanno le ali di colore rossastro e sono caratterizzati da alcune macchie scure a volte dalla forma di asterisco. Il fondoschiena e la coda - il cosiddetto fascio - è di colore completamente grigio chiaro con un trattino nero finale e una bordatura bianca. La parte inferiore è di color crema chiaro con strisce o macchie marroncine. La parte inferiore del ventre è invece totalmente bianca. Pelle cerata e anello attorno agli occhi, che sono gialli negli uccelli adulti; negli uccelli giovani vanno dall'azzurro al verde giallastro. In entrambi i sessi la coda è arrotondata poichè le penne della coda sono più corte di quelle mediane. Negli uccelli adulti le punte delle ali raggiungono la fine della coda. Le gambe sono giallo chiare, gli artigli sono neri. E’ bello poter assistere a queste liberazioni, perchè si possono osservare da vicino colori, caratteristiche, abitudini di questi splendidi esseri che popolano le nostre campagne e territori e quindi conoscerli non solo attraverso computer, ma direttamente apprezzando varietà, leggiadria, modi di volare o nel caso del cervone, la sua velocità nel nascondersi. La liberazione è stata anche l’ occasione per ammirare la fauna spontanea della lama caratterizzata da uno splendido carrubo secolare, che in autunno produce tantissime carrube, frutto attualmente rivalutato anche per gli impasti dolci delle pizze.
Di Paola Copertino
27/06/2013
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