9^ puntata - ''Commento dei “sutra” - parte 4''
LO YOGA, LE EMOZIONI
Commento dei “sutra”
Sutra 2, III (settima tappa)
“Dhyana è il flusso ininterrotto del contenuto della coscienza”.
La meditazione (dhyana) è un’evoluzione della concentrazione. Lo yogi quando sperimenta questo stato di coscienza riesce ad essere completamente assorto nel processo di meditazione. I pensieri, le attività sensoriali e inconsce non lo distraggono più.
La meditazione “include due cose: l’ininterrotto, continuo flusso di coscienza sul singolo oggetto e la consapevolezza di dhyana, cioè che si sta praticando una concentrazione ininterrotta. Questi due tipi di consapevolezza vanno di pari passo”, il soggetto non è disturbato dalle stimolazioni esterne e mantiene un doppio livello di consapevolezza ininterrotta.
Sutra 3, III (ottava tappa)
“quello stato diviene samadhi quando appare solo l’oggetto, senza la coscienza del proprio sè”.
Concentrazione, meditazione e samadhi sono tappe strettamente connesse tra loro; infatti, non si utilizzano nuove tecniche per passare dalla concentrazione alla meditazione e da quest’ultima al samadhi. Il modo naturale, attraverso la pratica, si sperimentano questi tre stati di coscienza, “il dharana la coscienza è interrotta, in dhyana è continua mentre nel samadhi diviene tutt’uno con artha, cioè con l’oggetto della concentrazione”.
Il samadhi giunge a coronamento di tutti gli sforzi dello yogi. È il raggiungimento di una forma superiore di coscienza che si realizza quando il ricercatore è riuscito a conoscere e padroneggiare il corpo, i sensi, la moltitudine dei pensieri, l’inconscio.
Conclusioni
Lo “Yogasutra” di Patanjali è diviso in quattro parti; della prima abbiamo preso in esame i sutra che definiscono e spiegano l’azione dello Yoga, e della seconda e terza parte del testo i sutra utili a spiegare gli otto stadi dello yoga individuati dall’autore.
Dalla lettura di questi aforismi emerge il ruolo fondamentale svolto, nel processo di crescita personale, dai valori, dalla consapevolezza e dal complesso di tecniche che lo yogi, per Patanjali, deve esperire direttamente.
Il percorso di crescita e sviluppo dell’essere umano dunque, non può attarsi solo attraverso lo studio o la lettura degli insegnamenti: è necessario che lo yogi si attenga ai principi di yama e niyama, e pratichi gli insegnamenti contenuti nei sutra che coinvolgono il corpo, il respiro, la concentrazione fino alla meditazione. In questo processo lo yogi è supportato dal contatto diretto con un maestro che lo sostiene nel suo cammino e dalle tecniche yoga.
23/07/2013
|