L’IRIDOLOGIA COME SCIENZA MODERNA

Il medico ungherese Ignatz Von Peczely (1826-1911) è considerato l’autore della moderna iridologia. Von Peczely raccontò che quando era bambino un gufo entrò un giorno nella sua camera; nel tentativo maldestro di catturarlo, lo afferrò spezzandogli una zampa. In seguito a questo evento traumatico, al giovane Peczely parve che sull’iride dell’animale apparisse un segno scuro. Notò anche che, in seguito alla guarigione della lesione, apparvero nuove linee bianche ricurve nell’area iridea interessata precedentemente dal segno. Tele osservazione ispirò il giovane medico a condurre osservazioni sistematiche anche delle iridi dei suoi pazienti.
Nel 1880, pubblicò il suo primo trattato, intitolato “Scoperte nel Regno della Natura e nell’Arte della Guarigione”, il primo testo moderno di iridologia, che fu riveduto qualche anno più tardi da Emil Schlegel e pubblicato nel suo trattato “La diagnosi oculare secondo I. V. Peczely”. Entrambi i libri sono oggi introvabili.
Si deve a Von Peczely la pubblicazione della prima mappa iridea, dotata di una struttura simile a quella utilizzata oggi e che fu pubblicata nel 1886 sulla rivista “Homeopatistiche Monatsblatter”.
Quindici o vent’anni più tardi, il sacerdote svedese Nils Liljequist osservava che dopo la somministrazione di chinino prescrittagli dal medico (a quel tempo il chinino era usato abitualmente), le iridi assumevano un sospettoso color rossiccio. Questo fatto lo portò ad interessarsi alla colorazione dell’iride dei suoi concittadini, e ad osservare e prender nota degli eventuali cambiamenti di colore.
N. Liljequist aveva a disposizione un buon campo d’osservazione, dato chenei paesi nordici prevalgono le iridi azzurre e le colorazioni si osservano più facilmente.
Nel 1893 Liljequist pubblicò in tal modo un trattato (“Om Oegendiagnosis”) su quelle che oggi vengono dette le “eterocromie dell’iride”. N. Liljequist visitò Von Peczely a Budapest e apportò alcune correzioni alla propria teoria sull’iridologia.


01/08/2013