15^ puntata - ''LA FINE DI UNA PACCHIA (PESCA A STRASCICO)''
LA FINE DI UNA PACCHIA (PESCA A STRASCICO)
È finita la “pacchia” dei pescatori abusivi i quali, fidando sulle sentenze assolutorie dei pretori, venivano a fare manbassa con i loro battelli a meno di tre miglia dalla costa, depauperando il patrimonio ittico.
Accogliendo il ricorso del P.M. e cassando con rinvio la sentenza 14-1-1967 del Pretore di Porto Torres, la Corte di Cassazione ha così statuito: “ A norma dell’art. 10 D.P.R. 13-7-1954 n. 747, che abroga le precedenti disposizioni eventualmente contrarie, l’esercizio della pesca con navi, battelli, barche ed altri galleggianti dotati di propulsione meccanica, può essere consentito, caso per caso, esclusivamente dalle capitanerie di porto alle quali spetta di stabilire, fra le altre condizioni, la distanza dalla costa da osservarsi da parte di coloro che praticano la pesca”. “il reato di pesca a strascico, previsto e punito dai R.D. 13-11-1882 n. 1090 e 26-9-1912 n. 1107, sussiste oppure non sussiste secondo che l’imputato siasi o meno puntualmente attento alle condizioni contemplate nel permesso rilasciato dalla capitaneria ” (Sez. III, 6-7-1067, P.M. c/ Romani, in Foro Ital. 1968, II, 282).
Ricordiamo che della questione si occupò diffusamente la nostra Rivista nel numero di marzo 1967, pubblicando la nota critica del Sostituto Procuratore della Repubblica Antonio Maralfa alla sentenza assolutoria emessa il 23-6-1966 dal Pretore di Barletta, nella quale nota venivano riprodotti i motivi di ricorso per cassazione, inoltrato dallo stesso Magistrato, avverso la sentenza stessa.
La decisione della Corte Suprema, che ricalca sostanzialmente le ragioni indicate dalla Procura di Trani a sostegno della sua impugnazione, pone termine ad una situazione di incertezza protrattasi per troppo tempo e costituisce una seria remora alla illecita attività di alcuni pescatori, i quali, da ora in poi, non avranno più santi a cui votarsi e dovranno subire e conseguenze del loro operato se non si mantengono nei limiti indicati nei permessi delle capitanerie di porto.
Dr. Antonio Maralfa
Sostituto Procuratore della Repubblica
19/08/2013
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