13^ puntata - ''DOVE NASCONO LE PAROLE - 2^ parte''
DOVE NASCONO LE PAROLE - 2^ parte
2. Le parole sono come un seme che plasma la vita. Proprio così: le parole sono un seme dalle infinite potenzialità. Infatti, ogni volta che pronunciamo una parola, noi “generiamo” un evento, diamo vita a qualcosa, definiamo un mondo, così come evochiamo un’epoca…
Ecco perchè, come già abbiamo avuto modo di riscontrare, in tutte le Tradizioni il verbo è considerato sacro e il silenzio altrettanto: la parola è un veicolo dal potenziale immenso, uno strumento potentissimo in grado di creare e dare forma.
Un’antica massima orientale dice: “Per favore, non usare il linguaggio sbagliato. Il linguaggio sbagliato non solo è fallace, ma strutturerà male la tua mente. E la tua mente, a sua volta, si colmerà di identificazioni false e fallaci”.
Comunicare bene è, pertanto, un atto di fondamentale importanza per il nostro benessere. E, come tale, deve essere compiuto in maniera consapevole e adatta, in particolare per quanto riguarda i due principi di base:
- Non assorbire passivamente le parole altrui e non riutilizzarle se non le avverti effettivamente come “tue”. Prima di usare una parola che hai ascoltato da un’altra persona, immagina che sia come un vestito e chiediti: “Io me lo metterei?” oppure “Che effetto potrebbe fare su si me?”.
- Non pronunciare parole a casaccio, che non ti riguardano e non ti assomigliano, ma che, per lo più, servono a “tamponare” situazioni nelle quali non si sa cosa dire o in cui si ha solo l’esigenza di adeguarsi alla massa. Parlare “tanto per parlare” è un’ occasione perduta per essere noi stessi.
3. Le parole funzionano come un atto magico. Secondo il mitico russo Pavel Florenskij, “attraverso la parola, la vita viene trasformata e assimilata allo spirito. La parola è magica, e considerare l’aspetto magico della parola significa comprendere come e perchè noi possiamo agire nel mondo tramite la parola”.
Lungi dall’essere un mezzo di comunicazione come altri (per quanto dotato di un’efficacia diretta e immediata), la parola è dunque molto più di un veicolo espressivo: la sua capacità di generare “forme viventi” è forse quanto di più simile si possa immaginare al principio di creazione divina.
Non a caso è sempre Florenskij che sottolinea come la parola sia un “condensatore della volontà, un condensatore dell’attenzione, un condensatore dell’intera vita dell’anima”. Probabilmente, un’affermazione del genere potrebbe sembrare eccessiva alle orecchie di molti di noi: questo perchè la funzione necessaria e vitale della parola, in tempi recenti, perlomeno nella nostra cultura, è stata trascurata e dimenticata.
Tanto che quasi nessuno, ormai, è ancora consapevole delle sue “doti”. Che vanno riscoperte.
Di Vittorio Caprioglio
22/08/2013
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