14^ puntata - ''LE PAROLE NELL’ANTICHITÀ TRA RELIGIONE E MITO - 1^ parte''
LE PAROLE NELL’ANTICHITÀ TRA RELIGIONE E MITO - 1^ parte un tempo la comunicazione non era così sottovalutata. Al contrario l’idea ancestrale di una forza creatrice e vitale inerente alla parola è presente in moltissime civiltà. Ecco qualche esempio.
- Nella Genesi, la parola di Dio è già di per sè creazione cosmica: “Dio disse: sia la luce e la luce fu”. Prima ancora di crearli, Dio nomina il giorno r la notte, la terra e il cielo, ed essi esistono.
- In ebraico, il verbo “devar” indica sia la “parola” che la “cosa”, e rivela una stretta affinità tra il soggetto (o l’oggetto) reale e il nome che gli corrisponde.
- Nelle culture più arcaiche, la parola è la realizzazione sacra della volontà degli dei. Gli Egizi, per esempio, erano convinti che attraverso le parole il dio Sole Ra avesse creato le altre divinità. Iside, smaniosa di potere, rubò le parole magiche a Ra e divenne la regina degli incantesimi.
- Per la religione induista la parola “vak” è una forza creatrice da cui scaturisce l’universo. Brahma, il dio creatore, nomina le cose e le conduce così a una a una sulla soglia dell’essere.
- Nelle religioni africane, la parola occupa un posto centrale nei miti della creazione. Secondo i Bambara, antica popolazione del Mali, il dio Faro fu in origine una voce che, gridando, formò una spirale al centro dell’universo. Poi si costruì un corpo con i sogni, e infine riorganizzò il mondo nominando le cose una per una. Fu il dio stesso a insegnare il linguaggio agli uomini, insieme a tutte le tecniche della caccia e della danza.
Di Vittorio Caprioglio
02/09/2013
Importanza della comunicazione e linguaggio del corpo