Le parole hanno il potere di identificarci, di rafforzarci o di distruggerci. E possono cambiare noi stessi e gli altri in maniera radicale: per questo, è importante trovare quelle giuste. Così, se è vero che quando parliamo stiamo “creando” nell’altro il terreno in cui far penetrare le nostre parole, dovremmo anche imparare a pronunciare solo quelle indispensabili a chiarire il nostro pensiero.
Il principio guida per non disperdere energie e non “costruire” qualcosa di sbagliato rimane, sempre e comunque, la consapevolezza di ciò che volgiamo dire: che cosa diciamo, perchè lo diciamo, dove vogliamo arrivare dicendolo. Nient’alto. In questo senso, è la qualità che conta, non la quantità: i fiumi di parole sono spesso noiosi, fuorvianti e inconcludenti. Distraggono chi parla e pure chi ascolta, che ne viene infastidito: il messaggio si annulla e il potere creativo e fecondante perlopiù scopare (o, peggio, agisce in negativo).
Non esistono parole ascoltate o pronunciate che non lasciano traccia o che, come si usa dire: “Entrano da un orecchio ed escono dall’altro”.
Tutte le parole, e in particolare quelle sbagliate, producono ricadute: seminano scorie e condizionamenti, generano atteggiamenti distorti e “storpiature” che ci complicano la mente. A pensarci bene, però, le parole sbagliate sono “doppiamente” pericolose.
Di Vittorio Caprioglio
25/09/2013
Importanza della comunicazione e linguaggio del corpo