6^ puntata - ''Perchè una mutua''
Perchè una mutua
Negli anni ’60 e ’70 in Italia si erano affermate le Mutue Malattia, società senza scopo di lucro fondate sul principio mutualistico: tutti contribuiscono economicamente versando una quota capitale per assistere coloro che, iscritti alla mutua, avranno necessità sanitarie.
Il principio mutualistico rimanda alle origini dell’assicurazione, quando nel 1500 gli armatori genovesi subivano ingenti danni per l’affondamento o per l’assalto dei pirati delle loro navi che portavano spezie e preziosi da e all’Italia, all’epoca centro economico e marittimo dell’Europa, verso le lontane Indie.
Poichè non era possibile conoscere in anticipo quale nave sarebbe stata colpita e quale armatore avrebbe potuto subire ingenti danni, che a volte ne causavano il dissesto finanziario, ecco che gli armatori decisero di associarsi versando ciascuno una quota parte del valore delle navi, quota che sarebbe andata all’armatore che avesse subito la perdita di una nave, evitandone il tracollo finanziario.
Le mutue malattia si basano sullo stesso principio: poichè non si può sapere in anticipo chi verrà colpito da problemi sanitari, ecco che un gruppo, più o meno omogeneo, di individui versa una quota economica ad una mutua malattia che poi può così erogare indennizzi a coloro che devono affrontare problemi sanitari.
Le mutue italiane degli anni ’60 e 70’ furono costituite tra gruppi omogenei di individui: gli artigiani, i commercianti, i ferrovieri, i bancari……. ed hanno contribuito attivamente a sostenere la spesa sanitaria delle famiglie, consentendo loro di rivolgersi al settore sanitario privato con due importanti risultati quale quello di godere di un servizio di qualità e quello di non gravare sulla spesa sanitaria pubblica.
In seguito la decisione di avviare una riforma sanitaria basata sui due pilastri della sanità pubblica, erogata quasi integralmente dalle Unità Sanitarie Locali e di quella privata, garantita dalle polizza malattia a pagamento, unità al boom economico degli anno ’80, hanno avviato verso il declino la forma di assistenza sanitaria fornita dalle mutue, tanto che il termine stesso nella sua accezione nel parlato quotidiano ha assunto un valore negativo, ove la parola “mutua” aveva assunto impropriamente il significato di “buon mercato” se non addirittura di “povero”, “con poca qualità”.
Oggi il tema ritorna di attualità, in quanto l’invecchiamento della popolazione unito all’aumento dei costi sanitari dovuti all’evoluzione tecnologica e scientifica ed all’elevato onere gestionale della sanità pubblica nonchè alla contestuale incapacità delle polizze assicurative malattia di garantire un accesso economico anche alle fasce di popolazione meno abbienti, impone una seria e approfondita riflessione sulle modalità più opportune per garantire a tutti un accesso specifico all’assistenza sanitaria.
Il nostro paese ha delle caratteristiche ed una evoluzione sociale, storica, politica e culturale che prevede come insita nel sistema paese l’assistenza sanitaria e quindi è facile comprendere come la strada di diminuire i costi sanitari nazionali tramite il contributo economico di fasce sempre più allargate della popolazione unità alla possibilità di sottoscrivere prodotti assicurativi malattia sempre più cari e sempre più riservati alle famiglie economicamente più abbienti abbia poco respiro.
Bene hanno fatto allora il ministro Turco, che ha avviato il percorso, e successivamente il ministro Sacconi, che ne ha fatto un elemento cardine della sua attività governativa, a “recuperare” il concetto mutualistico in campo sanitario.
Oggi le Mutue, che possono offrire coperture sanitarie a categorie omogenee di individui, e le Società di Mutuo Soccorso, che possono garantire la stessa offerta delle Mutue ma possono anche offrire prodotti dedicati al singolo o alla famiglia, sono l’unica strada percorribile per tenere sotto controllo la spesa sanitaria e per garantire, nel contempo, prestazioni sanitarie adeguate ai cittadini italiani.
Affinchè però il meccanismo funzioni è necessario garantire la possibilità di aderire ad una Società di Mutuo Soccorso a fasce sempre più ampie della popolazione.
La strada è obbligata: è infatti necessario unire il concetto della mutualità sanitaria e delle prestazioni mediche con quello legato alla capacità di diffondere il “seme” mutualistico tramite la penetrazione distributiva.
In questo contesto assume importanza rilevante la figura del promotore mutualistico che, quale socio della Società di Mutuo Soccorso, opera sul campo con competenza e professionalità per sviluppare i rapporti con gli individui e le famiglie, finalizzati alla diffusione delle prestazioni sanitarie private garantite dallo spirito mutualistico.
Nel panorama economico e sanitario nazionale, quindi, il Promotore Mutualistico è e sarà una figura professionale con sempre maggiore importanza e significato economico e sociale e le Mutue e le Società di Muto Soccorso potranno essere la risposta del paese Italia al problema dei costi sanitari.
fonte: Mutua Basis Assistance
29/09/2013
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