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10^ puntata - ''No profit? Non vinci''
No profit? Non vinci
In questi tempi di gravi crisi economica nessun settore sembra escluso. L’estate di calciomercato 2013 ha visto fiumi di milioni spesi, soprattutto dalle squadre di un paese come la Spagna che per molto tempo è stato a rischio recessione. Fanno scalpore il trasferimento record di Gareth Bale costato ben 100 milioni e quello di Neymar per 57 milioni. Questi sono solo due delle spese folli di due squadre che nelle ultime 10 stagioni hanno speso circa 600 milioni. Ma come fanno queste due squadre a spendere tutti questi capitali quando i nostri top team litigano per le migliaia di euro?
I segreti di queste due superpotenze sono rintracciabili nella loro organizzazione societaria: stiamo parlando di due polisportive no profit ad azionariato popolare che fatturano oltre 500 miliardi l’anno.
Il fatto di essere polisportive consente a queste due società di ricavare introiti da sponsor e da merchandising sia per il calcio che la pallacanestro, questo tipo di sistemazione societaria gli consente di avere un numero enorme di piccoli soci.
La prerogativa di essere società ad azionariato popolare consente a qualsiasi comune cittadino di far parte di queste società diventandone soci, ma non con lo scopo primario di lucro, bensì come metodo per partecipare al movimento politico e sociale portato avanti dal club. La gente diventa socia per poter dire di appartenere a questo “credo”, esempio più chiaro è quello del Barcellona: negli anni l’F.C. Barcellona è diventato il simbolo in Spagna, in Europa e nel mondo di una catalogna produttiva, leader nell’efficienza. Le aziende combattono per assicurarsi la patnersheep per poter usare i marchi di Real e Barca come garanzie di qualità. Questa enorme massa di soci consente a queste due superpotenze di disporre, senza contratti vari di sponsorizzazione, di una consistente liquidità.
Il loro status di società no profit gli consente di avere enormi sgravi fiscali essendo organizzazioni che, non avendo scopi di lucro e, non essendo destinate alla realizzazione di profitti, reinvestono gli utili interamente per gli scopi organizzativi. Sgravi fiscali enormi visto che il prelievo fiscale delle agenzie di pulizie ispaniche si aggira attorno al 35% mentre il prelievo fiscale per Real e Barca è solo del 25%!
Fino al 2010 vigeva anche la cosi detta “Legge Beckam”. La legge Beckham, attualmente abrogata, varata nel 2005, il cui nome è dovuto al fatto che proprio il centrocampista inglese fu uno dei primi ad avvalersi di questa legge, prevedeva una aliquota di tassazione ridotta dal 43% al 24% per tutti i lavoratori stranieri in Spagna con introiti superiori al 600.000 euro annuali; dopo il quinto anno però l'aliquota di tassazione tornava al suo valore normale, cioè al 43%.
Questo tipo di situazioni sono irripetibili in Italia, visto che le società di calcio possono essere o società a responsabilità limitata (srl) oppure società per azioni (spa) secondo il regolamento della lega. Il prelievo fiscale per le squadre di calcio italiane è del 50%. Alla luce di tutto questo sembra automatico chiedersi come possano fare le nostre deboli squadre a competere con le superpotenze iberiche, in un calcio drogato dal danaro? Come è possibile che società no profit fatturino 500 miliardi???
03/10/2013
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Calcio: curiosità e statistiche |
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