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16^ puntata - ''Valutazioni di carattere generale sul rispetto delle regole nell'attività arbitrale''
Valutazioni di carattere generale sul rispetto delle regole nell'attività arbitrale
Superata la lunga estate, periodo per me felice in quanto godo della presenza dei miei cari nipoti, riprendo il mio racconto sulla “vita Arbitrale” quale fucina di formazione di giovani sportivi oggi; di “ottimi” cittadini sia nel presente che nel futuro.
Come ogni anno, all’inizio della stagione agonistica l’Associazione Italiana Arbitri ha emanato la circolare n. 1. In questa “ indicazioni esplicative e considerazioni didattico-formative” riguardanti in particolare l’interpretazione ed applicazione della regola 11 (fuori/gioco), di cui discuteremo quando esamineremo detta regola.
In verità durante la stagione agonistica l’A.I.A. emana ulteriori circolari relative alla vita dell’Associazione.
Solo la prima riguarda le novità interpretative di natura tecnica in quanto queste devono essere recepite ed applicate in tutti i campionati, dal settore giovanile alle competizioni internazionali di tutte le federazioni associate alla FIFA.
A tal proposito sorge una considerazione : vi è una certa facilità di acquisizione normativa a livello “globale” quando gli uomini sono stimolati da una finalità condivisa; il “gioco del calcio”.
Nello stesso tempo s’intuisce facilmente come le norme di comportamento, nello specifico il gioco dl calcio , evolvano contemporaneamente all’evoluzione della società, quindi nella società della comunicazione e della spettacolarizzazione dei suoi eventi, ecco che le modifiche regolamentari (fuori-gioco) sono orientate a facilitare il momento più spettacolare del gioco: la segnatura di una rete. l’accettazione globale della innovazione risulta facilitata dalla uniformità del piacere nel praticare o nell’assistere ad una competizione calcistica.
Ora, spontanea sorge la domanda : perchè dai più si sostiene che la “globalizzazione” ha aspetti negativi per le società, in particolare per quelle avanzate? Ciò risulta vero perchè a differenza del calcio (internazionalizzazione delle regole) gli stati nell’esercizio della loro “autonomia” trovano notevoli difficoltà nel coordinare le loro “regole” (leggi) in particolare quelle economiche in quanto molto divere sono le loro condizioni economico-sociali e politiche. Tutto ciò non solo per diversità storiche ma soprattutto perchè l’uomo ha una predisposizione naturale all’egoismo e soprattutto all’esasperato individualismo. L’esperienza calcistica ci offre lo spunto per affermare che le condizioni dell’umanità miglioreranno se si renderanno omogenee le finalità, quindi anzichè far prevalere l’egoismo (amore per se tessi) prevalga l’altruismo (amore per l’altro) il che consentirà il diffondersi del valore supremo della solidarietà, quindi del bene comune.
La diffusione e l’affermazione di questo valore in tutto il mondo “globalizzato” renderà più facile la collaborazione fra i popoli.
E’ riflettendo su questo che il giovane Arbitro comprenderà quanto importante sia per la comunità civile essere disponibile all’accettazione delle regole (leggi) allo stesso modo come Egli accetta e si sforza di applicare le regole del gioco per rendere questo più bello e rispondente alla sua finalità : il divertimento; così come avverrebbe nella società realizzando le finalità di : giustizia, solidarietà, libertà.
08/10/2013
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L'arbitro e il mondo del calcio a cura del prof. Mauro Minervini |
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