19^ puntata - ''Discrezionalità dell’arbitro''
Discrezionalità dell’arbitro
Continuando l’analisi dei punti qualificanti l’applicazione della regola 5 (l’Arbitro) il punto 6) così recita : “interrompe temporaneamente la gara, la sospende o la interrompe definitivamente , a Sua discrezione, al verificarsi di ogni infrazione regole”.
Prima di analizzare le diverse “azioni” demandate all’Arbitro : interrompe, sospende, interrompe definitivamente una gara; ritengo indispensabile analizzare e possibilmente chiarire il concetto fondamentale : “a Sua discrezione”.
Alle volte, commettendo un errore grossolano, si interpreta a “Suo volere”.
Secondo il dizionario della lingua italiana, “discrezione” ha il significato di “facoltà, potere di discernere, norma del giudicare e del volere”. L’esercizio della “discrezione” presume : “competenza, assimilazione delle regole che si devono applicare, maturità umana, culturale frutto della conoscenza dell’oggetto che richiede l’esercizio del potere decisionale, (in particolare conoscenza del gioco del calcio).
Quindi dall’esercizio della “discrezionalità” ne deriva il “potere di giudicare” sostenuto da una volontà d’intervento. E’ in questo che risiede il “potere” dell’Arbitro per cui le Sue decisioni tecniche sono “definitive” per regolamento
Lo testimonia il caso concreto verificatosi nella gara Fiorentina – Napoli di mercoledì 30/ottobre 2013, in cui a posteriori (moviola) si è rilevato l’errore dell’Arbitro il quale ha valutato erroneamente un fatto di gioco nell’area di rigore del Napoli. Infatti avendo visto cadere in area di rigore del Napoli il calciatore Quadrado, anzichè attribuirlo ad un fallo subito (quindi attribuire un calcio di rigore a favore della Fiorentina) ha interpretato la caduta del calciatore quale “simulazione” quindi lo ha punito con la seconda ammonizione (in precedenza lo aveva ammonito per simulazione) in conseguenza lo ha espulso.
Essendo questa una decisione tecnica, per sua natura inappellabile, perciò il ricorso presentato dalla Fiorentina è stato rigettato. Da qui la polemica sull’uso della moviola, di cui mi propongo di parlarne in altra occasione.
E’ ovvio che detto “potere” richiede in colui che lo esercita la facoltà di discernere che deriva dal grado di maturità realizzato. E’ naturale che un giovane arbitro nella Sua prima fase di formazione e maturità arbitrale seppur fornito dal regolamento dello stesso “potere decisionale” offrirà delle interpretazioni tecniche in forma elementare perchè nella prima fase di formazione. E man mano che le Sue esperienze e la Sua applicazione nello studio del regolamento si protrarranno, il Suo processo formativo si realizzerà in forma rispondente alla maturità conseguita.
Vi sottolineo ancora, che, qualsiasi esercizio di “giudizio” è frutto non solo della specifica competenza, maturità, anche dalla condizione psico-fisica del momento e nel caso dell’arbitro anche dalla “posizione” in campo che consente uno spettro visivo che pemette una adeguata o meno possibilità di rilevazione.
Ora, qualsiasi attività umana, è influenzata dalla individualità del soggetto che la pratica, pertanto la pretesa che l’arbitraggio sia “uniforme” è solo la meta che ci si prefigge di raggiungere, ciò può essere in determinati casi, in particolare quelli “statici” ma per quelli dinamici (sia i primi che i secondi analizzeremo in seguito) la uniformità resta una meta difficile da raggiungere. Anche a questo proposito vi sono scuole di pensiero diverse sull’uso degli strumenti che la tecnologia moderna consente.( anche di questo ne parleremo in futuro).
Quindi ora è forse più chiaro il motivo per cui si parla di “direzione arbitrale” in quanto questa è strettamente legata alla “specifica personalità” che vive ed interpreta il momento agonistico in cui è calata, perciò con la Sua “discrezionalità” orienta e dirige.
Insomma, se attuato con passione, dedizione, con amore (inteso quale bene per l’altro) è un modo per esprimere la propria individualità. Riferendomi in particolare ai giovani colleghi forse mi sono dilungato molto in questo aspetto, ma ritengo che se si assimilano detti concetti avrete acquisito un metodo razionale per proporvi negli impegni che la vita Vi proporrà.
03/11/2013
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