19^ puntata - ''Il corpo in Occidente - 1^ parte''
IL CORPO TRA ORIENTE E OCCIDENTE
Il corpo in Occidente - 1^ parte
“Sei tu che hai plasmato il mio corpo, mi hai tessuto nel seno di mia madre.
Ti esalto, Signore, perchè mi hai fatto come un prodigio.
Sono stupende le tue opere!
Il mio corpo per te non aveva segreti
quando tu mi formavi di nascosto
e mi ricamavi nel seno della terra.
Non era ancora nato e già mi vedevi:
tutto era già scritto nel grande tuo libro,
fin nei più piccoli dettagli.
Io contemplo il mio corpo e dico:
quanto profondi per me i tuoi pensieri,
quanto grande il loro numero, o Dio.
Se li conto sono più della sabbia!
Se li credo finiti, con te sono ancora!”.
Salmo 139, 13-18.
In tutti questi secoli, l’idea platonica come pure quella cartesiana del corpo è riuscita a imporsi sul concetto di corpo contenuto in questo salmo. Infatti, tutti i percorsi tracciati in quegli anni per giungere alla verità, consideravano la corporeità o di ostacolo oppure irrilevante nei processi di cambiamento.
Nel Fedro di Platone si legge: “… fino a quando noi possediamo il corpo e la nostra anima resta invischiata in un male siffatto, noi non raggiungeremo ciò che ardentemente desideriamo, vale a dire la verità”.
In questa breve frase cogliamo non solo il rifiuto dell’unità pscicofisica dell’essere, ma anche la logica disgiuntiva di Platone per il quale esistono due realtà: il mondo materiale (di cui è parte anche il corpo) e l’iperuranio. Il primo è imperfetto, di ostacolo al raggiungimento della verità il secondo, rappresenta la perfezione.
“Platone crede (…) nell’essenza trascendentale della verità, e perciò la filosofia da lui inaugurata impone il passaggio dalla terra materiale, corporea, (…) al cielo ideale e numerale che (…) l’anima liberata dal corpo può raggiungere. Di qui la distanza massima tra corpo e verità, quasi un’antitesi, un’impossibilità metafisica di composizione. Distruzione dell’ambivalenza simbolica del corpo dove il positivo è tutto nel cielo sede di ogni valore e il negativo tutto in terra dove la materia è impedimento e ostacolo all’acquisizione della verità”.
14/11/2013
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