20^ puntata - ''Il corpo in Occidente - 2^ parte''
Il corpo in Occidente - 2^ parte
Di fatto, la filosofia di Platone cancella la concezione dell’essere come unità psicofisica presente nelle civiltà primitive. La ricerca della verità non può avvenire nel mondo materiale e nemmeno se l’anima è prigioniera del corpo, perchè quest’ultimo è imperfetto e illusorio. È nella non realtà tangibile, nelle leggi chiare e distinte che è possibile creare una verità perfetta e fissa non soggetta alla precarietà del divenire, dell’esistenza.
Queste contrapposizioni (positivo, negativo, mondo materiale, iperuranio), hanno caratterizzato per secoli il pensiero occidentale.
La filosofia platoniana è passata indenne attraverso i secoli perpetuando così l’idea di separazione e divisione tra corpo e conoscenza. L’ego cogito cartesiano continua la tradizione di negazione del corpo platoniana infatti, “… Cartesio priva il corpo del suo mondo e di tutte quelle formazioni di senso che si fondano sull’esperienza corporea (…), per relegarlo nella res extensa dove risolto in oggetto e inteso al pari di tutti gli altri corpi, in base alle leggi fisiche che presiedono l’estensione ed il movimento. L’anima, a sua volta, sottratta ad ogni influenza corporea viene passata come puro intelletto, come ego intersoggettivo nelle cui cognizioni, rigorosamente eseguite con metodo matematico c’è ogni possibile senso del mondo e di ogni io personale e soggettivo che abita il mondo”.
27/11/2013
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