LE PAROLE DALLE QUALI TENERSI ALLA LARGA - 5^ parte

Le parole subite. Sono spesso parole subdole, melliflue, apparentemente gratificanti. Eppure, possono nascondere la trappola della manipolazione: si insinuano in noi creando speranze, modificando lo stato del nostro umore e, di conseguenza, con il tempo, influendo anche sulla salute.
Sono parole che ci cambiano senza avvisarci, magari agendo su di noi a lungo, anche per anni, perchè questo è il vero potere del linguaggio: ci cambia e ci trasforma, soprattutto quando noi non ne comprendiamo immediatamente, o del tutto, il senso.
Per esempio: per mesi una persona che ci piace chiude i suoi messaggi sul cellulare e le sue e-mail con frasi del tipo “un mare di baci” oppure “ti bacio”, ma senza mai dichiararsi apertamente. Se continuiamo a “subire” quest’ambigua manifestazione di tenerezza e non affrontiamo apertamente la persona chiedendole il significato di quel saluto affettuoso, rischiamo di crogiolarci in un’aspettativa che magari si rivelerà falsa.
Questo accade perchè la parola (detta o scritta) entra dentro di noi e, non vista, ci feconda nel segreto e nell’oscurità. Per questo è di importanza vitale riuscire a essere consapevoli in ogni momento di ciò che diciamo, come di ciò che ascoltiamo: per non doverci ritrovare, un giorno, calati dentro un corpo e un cervello che non riconosciamo più, intasati come sono da speranze infondate o falsi timori.
Il consiglio. Impariamo a “pesare” con cura le parole, quelle che pronunciano come quelle che riceviamo. E, soprattutto, cerchiamo di non dare alle parole il significato che più fa comodo a noi: a volte il senso di ciò che viene detto è cristallino, ma se ci sono lati oscuri, svisceriamoli subito. Altrimenti la parola subita si radica dentro di noi come un parassita e inizia a proliferare, a diventare ingombrante, crea di fatto una dipendenza. E a quel punto rimuoverla può diventare complicato e doloroso.

Di Vittorio Caprioglio



29/11/2013