23^ puntata - ''La protezione del calciatore contuso''
Prima di iniziare il nostro incontro, sono certo di interpretare il pensiero di tutti gli associati alla sezione “Paolo Poli” di Molfetta nel rivolgere un pensiero di commiato del Nostro carissimo collega “GINO CORRIERI” che ha dato tanto del Suo impegno e partecipazione alla causa Arbitrale. Il Suo atteggiamento alle volte sembrava improntato ad una critica severa, in particolare per i giovani arbitri, era invece un punto di riferimento ed indirettamente di guida agli stessi, che temevano il Suo giudizio critico, perciò lo ascoltavano. Per noi più attempati, lo identificavamo con il termine affettuoso “brontolo”, ma consideravamo sempre il Suo giudizio sia in chiave tecnica che associativa. Ho avuto il piacere di seguire la Sua vita arbitrale e umana in quanto lo conobbi sin dagli inizi dell’attività nel settore giovanile. Sin da allora emergevano le Sue qualità di serietà, e di determinazione nel conseguire le mete che si prefiggeva sia nel campo arbitrale che nello studio. Caro GINO sarai sempre nei nostri cuori un Amico da ricordare con affetto e simpatia, che il Signore Ti accolga con amore.
Fra i vari compiti l’Arbitro deve assolvere anche a quello di assistere, con i Suoi
interventi, i calciatori “infortunati”, per ciò deve rispettare le seguenti disposizioni:
1) Lasciare proseguire il gioco se a Suo giudizio, il calciatore contuso, è solo leggermente infortunato. E’ evidente che non essendo un medico o meglio (anche se lo fosse) non essendo autorizzato a tale esercizio professionale, Egli deve essere “certo” della “leggerezza” dell’infortunio. Si suggerisce una particolare attenzione perchè alle volte si coglie l’occasione di uno scontro di gioco, accentuare l’infortunio, per interrompere il gioco e “spezzare” il ritmo della gara se si è in difficoltà. In questo caso l’Arbitro non interverrà e farà continuare il gioco;
2) Nel caso in cui l’Arbitro interrompe il gioco per un grave infortunio, chiederà al calciatore se ritiene necessario l’intervento sanitario, in questo caso autorizzerà, massimo a due sanitari, l’intervento sul terreno di gioco, invitandolo a lasciare il campo, con i suoi mezzi o in barella. Ovviamente autorizzando l’ingresso ai barellieri. La ripresa del gioco avverrà con un calcio di punizione se l’interruzione è avvenuta per intervento tecnico o con rimessa da parte dell’Arbitro se l’interruzione è avvenuta per fatto accidentale;
3) Se un calciatore sanguina, l’Arbitro lo inviterà ad uscire dal terreno di gioco e ne consentirà l’ingresso dopo essersi accertato che la ferita non sanguini più. Non deve permettere che la maglietta sia sporca di sangue, nel caso ne chiederà la sostituzione;
4) Il calciatore “infortunato” può rientrare in campo, con l’assenso dell’Arbitro, se il pallone è in gioco dalla linea laterale, se non in gioco, da qualsiasi parte;
5) In tutti i casi d’interruzione su elencati, il calciatore contuso, potrà rientrare sul terreno di gioco solo dopo che la gara sarà ripresa;
6) Il tempo perduto per soccorrere il calciatore contuso, sarà recuperato;
7) Se l’Arbitro ha deciso di ammonire il calciatore contuso lo dovrà fare prima che esce dal terreno i gioco:
8) L’unico calciatore da assistere sul terreno di gioco è il portiere, per il suo ruolo. Pare evidente il motivo, una squadra può giocare in 10, ma non senza portiere;
9) Per ultimo, se vi è contemporaneità di fallo, l’Arbitro punirà quello più grave.
Da quanto su esposto emerge la “responsabilità” della funzione arbitrale non solo finalizzata ad orientare la gara entro limiti di correttezza garantendo così lo svolgimento regolare della stessa nei suoi contenuti tecnici, ed orientata anche alla protezione dell’integrità fisica dei calciatori.
07/12/2013
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