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4^ puntata - ''La Puglia romana'' - 1^ parte

4^ puntata - ''La Puglia romana'' - 1^ parte


La Puglia romana

La regione Pu¬glia, nella generalizzata caratteristica degli insediamenti per città – Stato, non aveva continuità etnica nè politica nè amministrativa nel momento in cui Roma venne a contatto con essa nella seconda metà del IV secolo avanti Cristo.
In Puglia v’erano solo pochi si¬curi centri greci minori come Callipolis (Gallipoli), Neapolis (Poli¬gnano), Elpie – Salapia (presso Trinitapoli), a parte altri insediamenti sparsi inseriti e confusi ormai tra i centri indigeni.
Non v’è in effetti dubbio che, nell’ambito delle cause, più o meno occasio¬nali, per l’intervento di Roma nella regione vi era l’interesse di Roma sul mare, il delinearsi della concorrenza con l’impero di Car¬tagine e della definizione delle rispettive zone di influenza, quali furono definite dal terzo trattato fra Roma e Cartagine del 306, che escludeva Roma dalla Sicilia e Cartagine dalla Italia (punta del Bruzio).

Non sarà un caso dunque se l’incidente che portò alla rottura e alla guerra con Taranto avvenne sul mare, per la violazione da parte dei Romani di un trattato marittimo stipulato con Taranto, secondo la tradizione, nel 303, o forse anche prima.
Roma raggiungeva fra l’altro Brindisi, il cui porto era già noto ad Ero¬doto due secoli prima. Subito di seguito i Romani, la cui fama si accrebbe allora di molto nel mondo greco, ricevevano una amba¬sceria dalla colonia greca della costa illirica antistante Brindisi, Apollonia.

Alla metà del III secolo dunque si conclude la cosiddetta «conquista romana» della Puglia. Tutte le città, sciolte le leghe apule, erano statalmente autonome ma le¬gate all’alleanza confederale con Roma, la quale presidiava il ter¬ritorio con le colonie latine di Lucera, Venosa e Brindisi. Parti di territorio confiscato erano terreno demaniale di Roma, ma si trat¬tava probabilmente di spazi ancora molto ridotti .

Fra il secolo III e il secolo I a.C., per il lasso di ben quasi trecento anni, i Pugliesi compiono sui mari due grandi gesta mercantili: la spola navigatoria verso l’Ellade e le operazioni di negoziazione nell’Egeo. Nell’Ellade peninsulare e nelle colonie greche asiatiche i Pugliesi visitano le grandi famose fiere greche e i famosi mercati ellenici: a Tenedo, di fronte alla scomparsa Troia, a Thisbe di Beozia, ai mercati dell’Epiro, vicini alla costa pugliese, alle fiere di Delo, nell’Eubea, a Delfi e a Melos. È tutto uno scambio di prodotti, di merci varie e di relazioni reciproche. Ed è appunto in seguito a siffatte relazioni commerciali, che genti pugliesi di Salaria, di Brindisi, di Taranto, di Bari, di Arpi e di Azezio allacciano rapporti di particolare entità, così da dare vita a una vasta classe di “negotiatores”, che impiantano operosissime case d’importazione e d’esportazione, case di rappresentanza mercantile, case di spedizioni e banche; e questa è storia, che le iscrizioni greche inconfutabili attestano, dandoci i nomi di questi Pugliesi e la loro origine: mediatori, armatori, comandanti, che mantengono una fittissima rete di società di navigazione e di corrispondenza con la Puglia madrepatria, e si arricchiscono, tanto da costruire a Delo templi, fondare asili, conquistarsi benemerenze consacrate nelle iscrizioni su are e su colonne. Ne parla ben chiaramente l’archeologo e storico francese Hatzfeld nel suo magnifico libro su “Les trafficantes italiens dans l’Orient Hellènique”, uscito a Parigi nel 1910. Nel novero di codesti “trafficanti” di due secoli prima Cristo, tutti gli italiani meridionali, va ravvisato il germe delle imprese marittime d’un millennio più tardi, quando vi emergono Amalfi, Bari, Brindisi e Bari anzi diventa la erede di Pozzuoli e di Brindisi stessa, e dà consistenza ad una tradizione mercantile levantina e orientale, che poi continua e si rinnova e si rinsangua nel medioevo, ed è tradizione squisitamente e possentemente di carattere navigatorio e di efficienza marittima, ch’ebbe allora e poi il suo fondamento nella società di navigazione pugliesi medievali in cinque particolari centri: Barletta, Trani, Bari, Molfetta e Monopoli.

Da alleati tutti gli Apuli diven¬tano cittadini romani (nuclei di cittadini romani erano, preceden-temente, i coloni romani e quelli latini che avevano acquisito, spe¬cie attraverso le magistrature locali, la cittadinanza romana). Le città conservano una propria autonomia amministrativa; ma ora è Roma che regola, probabilmente con una serie di singole leggi, i singoli statuti cittadini delle nuove organizzazioni. Le precedenti colonie latine vengono trasformate in municipi, le colonie romane restano tali. Caso particolare è Taranto, dove la colonia romana di Neptunia e la città federata vengono fusi in uno stesso municipio .
Dopo la lex julia del 90 a. C., anche i Messapi, come già i Dauni e i Peuceti, sono federati di Roma. Non più Taranto, ma Brindisi è ora il maggior porto della Terra dei Messapi.


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