27^ puntata - ''DIMMI COME PARLI E TI DIRÒ CHI SEI - 4 parte''
DIMMI COME PARLI E TI DIRÒ CHI SEI - 4 parte
4. Le parole dell’ansia e del panico. Il futuro è un assillo, una proiezione costante “in avanti” che crea disagio. Chi vive in questa situazione, si esprime di conseguenza: cioè in maniera frettolosa, incalzante e ansiogena, dando spesso la sensazione di soffrire di difficoltà respiratore; l’eloquio dell’ansioso è ricco di punti di domanda, di scuse, di continue correzioni, ed è costellato da frasi come “Bisognerà pianificare tutto con cura”, “Teniamo la situazione sotto controllo”, “Non vorrei avere brutte sorprese, domani…” eccetera. A furia di essere così preoccupati, concitati e frettolosi, però, si finisce per coinvolgere tutto il corpo in una sorta di accelerazione continua: la frequenza respiratoria e quella cardiaca si alterano,compaiono spasmi muscolari, si soffre di ipersudorazione, non si riesce a stare fermi, anche nel sonno possono manifestarsi tremori.
E tutto – comunicazione compresa – diventa parassitico. In questi casi si possono verificare veri e propri attacchi di panico, che in realtà sono un tentativo del corpo di distoglierci da una situazione innaturale e costrittiva, riportandoci nel tempo presente.
Il consiglio. Quando ti accorgi che stai iniziando ad accelerare troppo e a mangiarti le parole, e se ti rendi conto che anche mentre parli il tuo corpo e il tuo volto sono sbilanciati in avanti, fermati un attimo.
Lascia passare cinque secondi, contando mentalmente, e poi ripeti lo stesso concetto che stavi esponendo, ma al rallentatore e utilizzando non il futuro, ma l’indicativo.
Da oggi vietati di iniziare un discorso scusandoti (evita proprio di iniziare con l’inutile “Scusa,…”), e stai quanto più possibile alla larga da punti interrogativi e domande retoriche. Depura i tuoi discorsi, alleggeriscili: il nervosismo svanirà.
Di Vittorio Caprioglio
17/01/2014
Importanza della comunicazione e linguaggio del corpo