6^ puntata - ''I porti di Puglia dal V al X secolo: Dall’antichità al Medioevo'' - 1^ parte
I porti di Puglia dal V al X secolo
Dall’antichità al Medioevo
Il lungo periodo di transizione dall’Antichità al Medioevo ha trovato, com’è noto, una data simbolica nel 4 settembre 476, quando venne deposto l’ultimo imperatore romano d’Occidente, Romolo Augustolo, ad opera dello sciro Odoacre .
Tutta l’Europa subisce un collasso pauroso, e i mari sono abbandonati ai pirati, onde le antiche strade marittime dei commerci rimangono deserte, due città pugliesi non si spaventano, e danno al mondo intero di allora un esempio incomparabile di “romana” energia e di “romano” coraggio: Bari e Brindisi. Bari non va ricordata soltanto come un borgo peschereccio, sulla base del “Barum piscosum” della satira V del libro I graziano, ma va esaltata come un centro marittimo, che merita sommo rispetto, se nel 476 d. C. può offrire un tanto esempio di operosità marinara. Roma aveva ripulito tutto il Mediterraneo, specialmente quello orientale, dalla pirateria, e ben conosciamo in tale impresa i meriti di cesare e di Pompeo, poi – dopo il 476 – era subentrato lo sfacelo, per il quale Bari e Brindisi non s’erano nè atterrite nè impigrite, e il loro esempio ebbe ad esercitare un influsso benefico su Amalfi, su Messina, su Marsiglia, su Palermo, poi sulle stesse gigantesche marinerie di Genova, di Venezia e di Pisa .
La Puglia continuerà a svolgere un ruolo importante nei contatti fra Oriente ed Occidente, sia nei rapporti culturali che in quelli commerciali. Particolarmente significativi, da questo punto di vista, sono gli scambi con l’Impero romano d’Oriente e con la sua capitale, Costantinopoli, erede della civiltà greca e romana e centro propulsore, durante tutto il Medioevo, della civiltà bizantina.
Il traffico delle derrate alimentari e dei tessuti favorì naturalmente l’incremento del commercio con le altre regioni e con l’estero, soprattutto attraverso i porto di Brindisi e di Taranto. Allo stesso modo si crearono le condizioni indispensabili per la formazione e il mantenimento di manodopera specializzata, oltre che per l’accumulo e l’investimento di cospicui capitali.
Sbocco naturale dei traffici interni della zona di Ordona ed emporio delle merci straniere era il porto di Siponto, città che ricevette un forte impulso anche dall’attività dei suoi vescovi e dalla diffusione del culto dell’arcangelo Michele sul Gargano. Dalle fonti sappiamo che a Siponto, come in altre città marittime pugliesi, molti mercanti avevano patito tra il 507 ed il 511 gravi danni per le incursioni dei nemici. A costoro il re Teodorico concesse l’esenzione per due anni dagli obblighi verso il fisco e la proroga, anch’essa biennale, dei debiti contratti per il finanziamento delle loro imprese com¬merciali. Ancor più precisamente. sappiamo che nel 508 Teodorico aveva dato ascolto alle lamentele dei conductores Apuli, i quali avevano perduto le loro derrate cerealicole a causa delle operazioni belliche del nemico; il re, perciò, diede l’ordine dì accertate l’esatto ammontare dei danni e di detrarlo da quanto dovuto allo Stato. Queste testimonianze, confermate da un altro analogo documento del 507/511 sul trasporto per via di mare di frumenta publica, trovano un esatto riscontro nelle incursioni piratesche sulle coste pugliesi, compiute nel 508 da forze navali bizantine.
La città di Egnazia, probabilmente fornita anche di un mo¬desto porto, era ben inserita nella rete di itinerari terrestri e marit¬timi dell’epoca, con facilità di comunicazione con l’area culturale adriatica e le regioni dell’Oriente greco.
Porto d’imbarco verso l’Oriente e, quindi, abitata (come O¬tranto e Taranto) da folte colonie ebraiche ed orientali, Brindisi dovette avere molto presto una comunità cristiana .
Seguono secoli di grande accasciamento generale: le lotte dei Bizantini contro i Goti; le invasioni dei Longobardi, gente peggiore degli Unni, onde sanguina di dolore il cuore romanissimo del grande papa Gregorio I; le incursioni slave; le lotte delle fazioni intestine nelle diverse città; poi le invasioni saracene, con ruberie, devastazioni di interi contadi, incendi e stragi. È un periodo lunghissimo di disgrazie e rovine. Eppure la marineria pugliese non dev’essere cessata del tutto. Infatti, vinto il re ostrogoto Vitige dal bizantino Belisario, la Puglia è dominata una prima volta dai Bizantini dal 554 al 690. Il governo di Bisanzio aveva tutto l’interesse di tenere in vita la marineria mercantile pugliese, convogliandone navi imprese marittime verso il grande suo emporio di Costantinopoli, tattica questa che otteneva due scopi: incrementare le imprese di mare dei Pugliesi e così mantenerseli ligi e fedeli, e aggiungere, o meglio rinnovare una relazione nautica e commerciale con la capitale Bisanzio .
30/01/2014
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