1° monitoraggio dei pagamenti dei debiti della P.A. in Puglia
Lo Stato e la Cassa depositi e prestiti mettono a disposizione le risorse per saldare i debiti della P.A.
«Ma gli enti locali devono effettuare i pagamenti»
Bari, 21/02/2014 – La pubblica amministrazione paga i suoi debiti. Lo Stato e la Cassa depositi e prestiti, infatti, mettono a disposizione le risorse per saldare le fatture ancora inevase. «Ma gli enti locali devono effettuare i pagamenti», dice Francesco Sgherza, presidente di Confartigianato Imprese Puglia. Le operazioni di accreditamento delle somme dovute alle imprese pugliesi procedono a rilento.
Il Centro Studi di Confartigianato Imprese Puglia ha redatto uno studio sullo stato di avanzamento dei pagamenti dei debiti della pubblica amministrazione in Puglia (suddivisi per Regione, Province e Comuni).
Questa la situazione in Italia
Con il decreto legge 35/2013 sono stati stanziati, per il biennio 2013-14, ben 40 miliardi di euro per saldare una parte dei debiti contratti dagli enti locali sino al 31 dicembre 2012. Poi, con il decreto legge 102/2013, l’importo è stato incrementato di altri 7,2 miliardi. Per un totale di 47,2 miliardi.
I due provvedimenti hanno consentito alle amministrazioni pubbliche di effettuare una lunga serie di versamenti a favore delle aziende creditrici.
Dallo scorso luglio ad oggi, sono stati corrisposti 21,6 miliardi (pari al 79 per cento delle risorse stanziate per lo scorso anno), ma sono già disponibili 24 miliardi e mezzo (pari al 90 per cento circa della somma stanziata).
Non si è tagliato, dunque, il traguardo inizialmente fissato (27,2 miliardi), ma nel complesso è stata immessa «benzina preziosa nel motore inceppato dell’economia reale» che vale 1,6 punti percentuali di Prodotto interno lordo (Pil).
La pubblica amministrazione ha avviato, finalmente, le procedure burocratiche, affinchè le imprese possano riscuotere, nel più breve tempo possibile, i crediti vantati. L’aver accumulato uno stock di debiti pregressi per oltre cento miliardi era un’anomalia tutta italiana che andava sanata per il bene del Paese e non solo perchè lo chiedeva l’Europa.
Questa grande quantità di liquidità è stata assicurata grazie alle anticipazioni dello Stato alle Regioni e della Cassa depositi e prestiti alle Province e ai Comuni, ma non solo. Sono stati concessi, inoltre, «spazi finanziari» sul Patto di stabilità interno con decreto del Ministro dell’Economia e delle Finanze. Sono stati anche disposti pagamenti diretti di debiti fuori bilancio da parte delle amministrazioni centrali e sono stati incrementati i rimborsi fiscali.
Ecco il quadro in Puglia
Per la Regione Puglia, gli «spazi finanziari» in deroga al patto di stabilità interno «valgono» 162 milioni 387mila euro. Si tratta di debiti relativi a forniture e lavori a valere sul co-finanziamento nazionale dei progetti realizzati con i Fondi strutturali europei.
Sempre la Regione ha avuto la possibilità di estinguere debiti sanitari pregressi per un totale di 334 milioni 755mila euro, di cui una prima tranche, pari a 185 milioni 975mila (accreditata dallo Stato il 25 luglio scorso) e una seconda tranche, pari a 148 milioni 780mila (incassata il 31 ottobre scorso).
Riguardo alle Province pugliesi, quella di Bari ha effettuato pagamenti per un milione e mezzo di euro, saldando, così, l’arretrato. Taranto e Foggia hanno liquidato, rispettivamente, 14 milioni 992mila e 12 milioni 280mila, impegnando interamente gli spazi finanziari sul Patto di stabilità. Per Brindisi poco ci manca: spesi 12milioni 325mila sul totale di 12 milioni 526mila, pari al 98,4 per cento. A metà strada, invece, il percorso per la Provincia di Lecce che ha raggiunto la quota del 53,2 per cento (4 milioni 716mila su 8 milioni 862mila). In coda la provincia di Barletta-Andria-Trani, con appena il 25,2 per cento (solo un milione 711mila pagati su ben 6 milioni 785mila).
In merito ai Comuni pugliesi, in 232 hanno chiesto «spazi finanziari» sul Patto di stabilità e/o anticipazioni dalla Cassa depositi e prestiti. Circa i Comuni capoluogo, Bari ha ottenuto questi «spazi» per 23,4 milioni; Barletta per sei milioni; Brindisi per 6,8 milioni; Foggia per 4,7; Lecce per 12,4 e Taranto per 2,5.
L’insieme dei Comuni pugliesi ha ottenuto «spazi» per 194 milioni. Hanno quasi interamente saldato la prima tranche legata al decreto legge 35/2013 (54,8 milioni su 55,3). Ne restano da saldare 443mila euro. Per la seconda tranche (decreto legge 102/2013) ne sono stati pagati appena 22,1 milioni su 41,7. Ne mancano all’appello ancora 19,6 milioni, più i 443mila della prima tranche, per un totale di oltre venti milioni.
«L’analisi svolta dal nostro Centro studi – commenta Francesco Sgherza, Presidente di Confartigianato Imprese Puglia – evidenzia come, dopo mesi di battaglie e rivendicazioni da parte della nostra Associazione, finalmente qualcosa si stia muovendo per ciò che concerne i pagamenti della pubblica amministrazione. L’apertura dei cosiddetti “spazi finanziari” in deroga al Patto di stabilità è un segnale certamente positivo, che consente alle imprese, seppur a poche, di tirare un po’ il fiato», rileva il Presidente. «Anche la possibilità della compensazione debito-credito, contenuta nel decreto “Destinazione Italia”, dovrebbe andare in questa direzione, sebbene sia stata molto depotenziata nella sua ultima versione. Ne attendiamo ora, con ansia, il decreto attuativo. Tuttavia – continua il Presidente – la situazione è ben lungi dall’essere rosea. I pagamenti nel termine di 30 giorni continuano ad essere un miraggio e quelli già esigibili non sono altro che provvedimenti di carattere emergenziale lontani da un sano rapporto debitorio. E’ imprescindibile ricondurre a fisiologia il sistema dei pagamenti della pubblica amministrazione e ciò non soltanto attraverso la rinegoziazione alla radice del Patto di Stabilità, ma anche attraverso un abbattimento di procedure burocratiche ridondanti e farraginose. Non è più tollerabile – conclude Sgherza – che la pubblica amministrazione disattenda impunemente quanto lei, per prima, esige dalle nostre imprese. Su questi argomenti Confartigianato non ha fatto nè farà alcuno sconto».
21/02/2014
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