IL TEMPO E LA PIANIFICAZIONE DELLE AZIONI
La pianificazione presuppone il modo rispetto al quale sarà vissuto, nel corso del tempo, il raggiungimento degli obiettivi. Tale vissuto è relativo alla direzione data al tempo e, nello specifico, alla direzione diffusa.
L’Analisi Transazionale ha individuato sei specifiche direzioni che sono nocive alla funzionalità dell’individuo. Queste sono:
Finchè. Se un individuo segue questa direzione non agirà finchè non si verificheranno una serie di condizioni. Se le condizioni però perdurano a non verificarsi la crescita dell’individuo è bloccata. Tale direzione è tipica degli individui insicuri e indecisi e può determinare due modi di agire:
- Il non fare niente finchè non ci saranno tutte le condizioni adatte all’ azione decisiva;
- L’essere meticoloso, fino all’assurdo, finchè tutte le condizioni per un’azione decisiva si verifichino.
Dopo. Chi segue questa direzione non agirà nel presente per paura di quello che potrà succedere in seguito. Il mito di Damocle può illustrare questa direzione. Damocle mangiava, beveva e se la spassava, ma aveva continuamente sospesa sulla testa una spada appesa a un capello e, una volta che l’ebbe guardata e vista, non potè più essere felice, perchè viveva nel costante timore che essa cadesse.
Mai. Chi segue questa direzione è convinto che non è possibile realizzare i propri desideri. Questi individui hanno una visione pessimistica della vita. Il mito di questa direzione è Tantalo, condannato a stare in piedi per l’eternità immerso in una vasca d’acqua. Da una parte della vasca c’era del cibo, dall’altra una brocca d’acqua, ma entrambe le cosa erano al di fuori della portata di Tantalo.
Sempre. Chi segue questa direzione è convinto che la sua vita non può essere diversa da come la vive. Questi individui sono rassegnati, non credono di essere agenti attivi della propria vita, ma credono di essere vittime del destino.
Quasi. Chi segue questa direzione mette in atto delle azioni per raggiungere degli obiettivi, ma quando arriva in prossimità della meta si ritira. Il mito di questa direzione è Sisifo, condannato per l’eternità a spingere un grosso masso lungo un pendio. Ogni qualvolta era quasi arrivato in cima perdeva la presa del masso che rotolava nuovamente in basso.
A finale aperto. Chi segue questa direzione agisce in maniera determinata per raggiungere un obiettivo, però avverte un grande vuoto nel momento in cui raggiunge la meta. Pertanto il motto di queste persone è: “Una volta arrivato alla pensione, non so cosa fare dopo”.
Lo sviluppo della nostra società negli ultimi secoli è dovuto al migliore sfruttamento delle risorse tra le quali c’è quella tempo. Non a caso gli albori delle società mercantili l’Alberti scrive: “Chi sa non perdere tempo sa fare quasi ogni cosa, e chi sa adoperare il tempo costui sarà signore di qualunque cosa egli voglia”.
Controllare il tempo significa non gestirlo come variabile cronologica ma, bensì, come variabile qualitativa. Infatti il tempo cronologico è un vincolo che dobbiamo tener presente, senza però farci dominare da esso.
26/02/2014
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