LE TECNICHE DI PERSUASIONE: PERCHÉ CI POSSONO FAR AMMALARE - 1^ parte
Una buona comunicazione è indubbiamente efficace. Come già abbiamo avuto modo di constatare, qualsiasi religione o civiltà ne porta la testimonianza all’interno dei propri miti legati alla creazione.
Non sempre, però, la valenza fecondante della parola viene utilizzata nel modo migliore: in molti casi, anzi, essa viene fraintesa, con conseguenze che possono rivelarsi più o meno controproducenti.
Nelle varie scuole di “comunicazione efficace” di stampo anglosassone, che imperversano ormai ovunque, tuttavia, quello che viene insegnato non è tanto il valore profondo della parola e dell’atto comunicativo, quanto piuttosto una tecnica di “persuasione”, volta a fini “pratici”.
In questo modo, sarà forse possibile imparare a perseguire un determinato obiettivo concreto e contingente. Ma, come contraltare, si pagherà il prezzo di un’importante rinuncia a se stessi e alla propria spontaneità. Ciò a cui andiamo incontro è dunque e inevitabilmente la perdita della nostra naturalezza e del nostro stile personale. Oltre che, naturalmente, del nostro equilibrio e benessere.
L’apprendimento di tali tecniche ha infatti un costo emotivo ed energetico non da poco, che agisce su di noi spossandoci e stressandoci e, giorno dopo giorno, creando scompensi anche maggiori.
Qui di seguito, vedremo quali sono le tecniche di cui diffidare.
I modelli standard. La convinzione che possano esistere modelli standard di comunicazione caratterizza l’approccio del maggior numero di scuole “dedicate” all’apprendimento di un linguaggio efficace.
Nascono così vari tipi di “addestramento”, in cui l’essenziale è sempre l’atto di osservare e imitare quanto più possibile, un “maestro” che fornisce le regole.
L’ERRORE. In realtà, questo è un controsenso enorme: non riusciremo mai, infatti, a comunicare efficacemente copiando un altro. Quelli sono i suoi gesti, le sue parole… non i nostri! E la differenza, una volta sul campo, sarà quanto mai evidente.
I paradigmi collaudati e gli schemi verbali finalizzati all’obiettivo. Se comunicare bene significa “dirigere” l’altro dove si vuole, come avviene nelle diverse tecniche di persuasione (che di solito vengono “spacciate” come metodi di comunicazione efficace), la comunicazione “giusta” risulterà dall’applicazione di strategie opportunamente diversificate a seconda degli obiettivi: strategie per la vendita, per l’insegnamento, per le relazioni affettivie…
L’ERRORE. A questo punto, diventeremo forse bravi, o anche molto bravi, a standardizzare il nostro linguaggio sulla base di un modello imposto, ma… che cosa avremo perso? Qualcosa di semplice e di importantissimo allo stesso tempo: ossia, tutto ciò che rende il nostro comunicare con gli altri emotivamente soddisfacente e arricchente. E soprattutto, personale e unico.
Di Vittorio Caprioglio
10/03/2014
|