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I randagi nelle nuove zone, dopo cinque mesi: "Nulla è cambiato!"

 I randagi nelle nuove zone, dopo cinque mesi:


Ancora una nuova e-mail di denuncia sull'argomento randagismo è giunta presso la redazione del Fatto: a scrivere un cittadino molfettese che aveva già denunciato mesi fa la pericolosa situazione presente nella periferia molfettese e che, oggi, a distanza di cinque mesi, ci riscrive per raccontarci come tale situazione non sia migliora bensì peggiorata.

"Non è possibile che ci siano cittadini di serie A e cittadini di serie B. Mi riferisco ai residenti nella nuova zona limitrofa della 167, via Giovanni Falcone e via Monda praticamente le palazzine di fronte al Garden Hotel. Non so se ricordate la mia e-mail del 23 novembre 2011 in cui denunciavo una situazione pericolosa presente in quella zona ebbene non è cambiato nulla. Anzi, il famigerato "fattore" che alleva mucche, pecore, asini e galline, adesso alleva anche cani di tutte le razze e di tutte le misure.

La zona è diventata ricettacolo di tutti coloro che per senso di altruismo e spero di amore per i cani, lasciano i residui dei loro pasti senza poi raccogliere i contenitori di plastica cartone creando dei focolai di germi molto pericolosi.

Oltretutto si sono avvicinati altri cani randagi perchè le cibarie sono tante e consistenti, un altruismo che non ha paragoni.

Loro si sentono tranquilli con la coscienza e pensano di aver fatto una cosa giusta per poi ritirarsi alle loro case, mentre noi che viviamo lì con i bambini che vanno a scuola non possiamo più attraversare a piedi quella zona che è l'unica che ci collaga alla vecchia 167.

Siamo arrivati a quota quindi cani e in questi giorni alcuni nostri condomini sono stati assaliti dal nuovo gruppo di cani.

Devono accadere per forza le disgrazie per poter rendersi conto almeno di che cosa stiamo parlando?

Dopo gli ultimi avvenimenti accaduti anche dietro l'ospedale penso che le autorità debbano fare qualcosa, l'ASL deve provvedere alla sterilizzazione, e coloro i quali dicono di amare i cani e parlo della lega dei cani o altre associazioni di volontariato devono promuovere una conferenza dove si possa discutere e risolvere tale problema invitando le autorità locali, i dirigenti dell'Asl e gli stessi cittadini affinchè si dia un contributo vero a questi animali e non lasciar loro solo da mangiare.

Perchè non creare delle cooperative di giovani disoccupati che si occupino di curare di rilevare e sistemare in appositi spazi concessi dal Comune gratuitamente, in modo che dai problemi si può creare attività imprenditoriale?

Grazie Direttore per dar modo a gente come noi di poter esternare con il suo giornale i problemi della città."

fonte: ilFatto.net


29/03/2012
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