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L'importanza delle Scarpe
Per chi si dedica a discipline aerobiche quali il Running, il Fit-Walking, il Nordic-Walking oppure il Trekking, le scarpe assumono un ruolo fondamentale.
Esistono numerosi brand specializzati in questo settore e ognuno produce decine di modelli che vanno incontro alle più svariate esigenze. Ma attenzione, la scelta non va fatta rispetto all’estetica, ma alle caratteristiche della persona che pratica questi sport.
Sono tanti i fattori che entrano in gioco nella scelta, tra questi ci sono gli obiettivi individuali, l’intensità e la frequenza dell’allenamento, la postura e il peso corporeo. Una scelta corretta della scarpa può influenzare positivamente la prestazione sportiva e aumentare il grado di prevenzione rispetto a potenziali disagi e infortuni che si riflettono sulla struttura muscolo-scheletrica del praticante.
Per cui il suggerimento de La Strada del Benessere è quello di rivolgersi a un esercizio commerciale specializzato, in grado cioè di comprendere le vostre esigenze e di suggerirvi la scelta più appropriata. Un esercizio commerciale che abbia la necessaria competenza, ma anche una strumentazione idonea per verificare la scelta.
Quale sono i principali criteri di scelta?
I modelli di scarpa tra cui scegliere sono tanti e vengono normalmente classificati all’interno di 5 categorie:
le categorie A1 e A2, molto leggere e performanti, che sono rivolte ad atleti che danno particolare importanza alla prestazione;
la categoria A3, che garantisce il massimo livello di ammortizzazione, e che quindi è consigliata alla maggior parte di coloro che guardano con attenzione al rapporto sport e benessere;
le A4, molto stabili e adatte sia a chi tende ad avere fenomeni marcati di pronazione (un appoggio del piede rivolto verso l’interno) o comunque anche agli atleti “più pesanti”;
poi ci sono le A5, che sono invece rivolte al Trail, ossia alla corsa “fuori-strada”, le quali hanno una suola più adatta a terreni scivolosi.
Nelle ultime stagioni si sta facendo avanti una nuova filosofia di scarpe, le Minimaliste. La prima a lanciare questa nuova filosofia è stata la Vibram con FiveFinger, ma ormai quasi tutte le aziende propongono una linea dedicata al “natural running”. In queste scarpe la suola è composta di un solo strato e sono molto simili per leggerenza alle A1. Sono scarpe molto comode che lasciano quindi molto spazio al piede e permettono alle dita del piede di muoversi agevolmente.
Molti sollevano dei dubbi su questo tipo di scarpe perchè hanno il cosiddetto "differenziale" (che potremmo definire volgarmente "il tacco") basso e quindi apparentemente potrebbero essere poco protettive per il "tendine di Achille", ma la realtà è che questo tipo di scarpe è fatto per correre in modo naturale appoggiando pochissimo il tallone, favorendo quindi velocità e reattività.
Ma al di là delle classificazioni, le scarpe sono in continua evoluzione; parametri rigidi come durata della scarpa o ammortizzazione o peso/categoria oscillano troppo per esser codificati in una stretta griglia, quindi nella scelta è importante capire le sensazioni personali del soggetto che abbiamo davanti.
Si usa una strumentazione particolare?
Nel nostro caso facciamo correre l’atleta su una vera e propria pista posta al centro del nostro negozio e riprendiamo la corsa con una telecamera. Rivedendo il gesto atletico al rallentatore siamo in grado di restringere il campo delle possibili scelte, dopodichè entra in gioco la sensibilità soggettiva, anche se il dialogo tra noi e l’atleta rimane attivo fino all’ultimo, anche in fase di post vendita.
Cosa intendete per sensibilità soggettiva?
L’atleta deve “sentire” la scarpa, deve valutare correttamente le sue sensazioni, che diventano un importante criterio di scelta. Le scarpe devono essere “comode” e questa comodità deve essere chiaramente percepita. Noi possiamo contribuire valutando parametri oggettivi, come la lunghezza, perchè le scarpe da corsa non devono costringere il piede in uno spazio troppo stretto, altrimenti quando si gonfiano un po’ sotto l’effetto dello sforzo fisico si rischiano “vesciche” o “unghie nere”.
Quanto è importante fare la scelta giusta?
E’ determinante. Può influire notevolmente sulla qualità dell’esperienza fatta nell’approcciare queste discipline e comunque assume un ruolo strategico rispetto agli infortuni. Una scarpa sbagliata può comportare notevoli problemi, soprattutto alle articolazioni e alla muscolatura.
Ogni quanto va cambiata una scarpa da corsa?
Difficile dirlo con esattezza, i produttori riferiscono una durata di circa 900 km. In ogni caso ci sono molti sistemi per verificare la tenuta di una scarpa. E’ importante osservarne la suola, appoggiarla su un piano per vedere se è ancora bilanciata, “tastare” l’avampiede per valutare se è scarica; anche in questo caso dipende dalle caratteristiche della persona, dal suo peso corporeo, dal suo passo (...). Per questo quando ci sono dei dubbi è importante rivolgersi a personale specializzato in grado di fare correttamente questo tipo di valutazione. Noi ci sentiamo di consigliare un controllo dopo 500/600 km percorsi.
Altri suggerimenti?
Quando un atleta vuole cambiare le proprie scarpe è opportuno che porti con sè quelle usate. La suola di una scarpa racconta molte cose ed è un elemento di valutazione straordinario. Inoltre ogni volta che si cambia una scarpa è importante rifare la valutazione da zero. I modelli vengono aggiornati costantemente dalle case costruttrici e in questi passaggi vengono spesso introdotti cambiamenti significativi. Inoltre anche la tecnica di corsa di un’atleta varia con il tempo e quindi anche la sua postura. Da questo punto di vista non bisogna neanche sottovalutare la perdita di peso che viene indotta proprio dalla pratica sportiva.
la strada del benessere
22/03/2014
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''Camminare Sano'' a cura di Sabbia Rosa |
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