I porti di Puglia dall’XI al XV secolo: Il periodo svevo
Alla fine del XII secolo alla dinastia normanna degli Altavilla successe quella tedesca di Svevia. Enrico VI regnerà dal 1194 al 1197. L’instabilità dovuta alla morte del sovrano durerà a lungo fino alla incoronazione di Federico II nel 1220. Si conclude in questa maniera un periodo di vacanza del potere centrale, della quale si erano giovati, oltre che i soliti ba¬roni di malferma fede sveva, per arrogarsi nei loro feudi diritti non contemplati dai patti feudali, anche alcune città marittime della Puglia adriatica, per riconfermare o stipulate ex novo patti di commercio e di reciproca garanzia con le più forti repubbliche marinare adriatiche. I patti di Brindisi con Venezia nel 1199 o di Bari con Ragusa nel 1201 erano in ogni modo stipulati con il rispetto, almeno dichiarato, della volontà del re: non era questa una finzione ma un semioccultamento della realtà giuridica, che permetteva anche alla classe dei funzionari regi delle città di sot¬toscrivere questi documenti insieme ai rappresentanti di ceti di commercianti e di armatoti che avrebbero voluto riconoscere nei mercanti veneziani i loro naturali concorrenti, piuttosto che gli indiscussi egemonizzatori della politica marittima adriatica. Ma i tempi dei patti e delle mezze autonomie stavano ormai per concludersi .
Federico favorisce gli scambi commerciali. Conferma il trattato stipulato nel 1175 da Guglielmo II con i Veneziani e a questi e ai mercanti genovesi concede privilegi e li autorizza a tenere agenti e banchi nei più ricchi porti pugliesi. Anche nell’età sveva Bari continua ad esercitare una notevole influenza economica e culturale su tutti i paesi pugliesi della costa adriatica .
La lotta contro i Comuni e le leghe guelfe occupò quasi senza interruzione l’ultimo quindicennio del regno federiciano. La nuova scomunica fulminata contro Federico nel 1239, forniva le armi ideo¬logiche per l’offensiva antisveva. Gli avvenimenti sembrarono pre¬cipitare quando una flotta di navi veneziane fu pronta ad occupare i porti adriatici della Puglia. Una catena di castelli e di roccaforti, la fortificazione dei porti di Bari, Trani, Brindisi, Otranto, una più serrata organizzazione all’interno del regno, un’economia ed un ordine poliziesco di guerra permisero a Federico di difendere con successo l’Italia meridionale .
Rilevanti furono le opere di fortificazione e di ristrutturazione dei principali porti pugliesi: nel porto di Brindisi nulla rimane delle antiche calate di riva dei due bracci, certa¬monte ancora in buone condizioni in età barbarica. Esse vennero rifatte nel 1255 per ordine di Federico II che vi fece costruire un grandiose castello con gli avanzi dell’an¬fiteatro romano ; a Bari e Barletta, il re promosse la ristrutturazione dei castelli normanni, delle mura e degli impianti portuali .
Il 1258 Manfredi assume la corona siciliana. È l’inizio di un nuovo periodo di fasti per la dinastia sveva. Nel 1261 Manfredi stringe con i Genovesi un patto di reciproca alleanza, concedendo loro logge e consoli in numerosi porti del regno, fra cui Siponto e Bari. La po¬litica di grande impegno edilizio, atta a sottolineare il prestigio rag¬giunto e ad assicurare quello futuro, non fu solo di Federico. Nel 1263, all’apogeo del suo successo, coi materiali ricavati dall’antica Siponto, decaduta per la malaria e per altre cause naturali, fece edi¬ficare la città di Manfredonia su un impianto rettangolare a scacchiera e delimitata dalle mura che seguivano un percorso irregolare solo sul lato costiero, in fondo al quale era posto il castello, nella consueta posizione di guardia della città e del porto. L’assenza di protezione naturale della rada, suggerì la costruzione di un molo, radicato a terra nei pressi del castello .
Urbano IV, intanto, offriva la corona di Sicilia a Carlo d’Angiò. Quando questi raggiunse Roma e vi fu incoronato dal papa, molte città e feudatari settentrionali abbandonarono Manfredi. Passato a Ceprano il Liri, l’esercito angioino dilagò nel regno: lo scontro de¬cisivo con gli Svevi avvenne a Benevento il 26 febbraio 1266; Man¬fredi stesso vi cadde ucciso.
01/05/2014
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