Azienda in trasparenza: San Michele
La prima volta che noi della redazione abbiamo visitato la Società agricola San Michele è stata in occasione della festa di primavera.
Lì, la sera, abbiamo percorso una salita di ghiaino, immersa nel buio della campagna illuminata solo dalla luce sottile delle lucciole che ormai in pochi ricordano, abituati ai mille stimoli luminosi della città. La San Michele è immersa nelle colline vicine a Conegliano, in provincia di Treviso, ed è
un’azienda agricola biodinamica, un vero e proprio organismo vivente, con alle spalle una storia un po’ speciale.
È stata fondata, infatti, nel 1987 da un gruppo di amici, riuniti in quella che allora si chiamava Libera associazione Rudolf Steiner (oggi diventata Libera fondazione Rudolf Steiner).
Animati da fervidi ideali, dopo aver visitato alcune realtà simili in Europa e fondato nel 1985 un negozio biologico, avevano deciso che era giunto il momento di rendere concreti i principi dell’antroposofia in agricoltura e di interessarsi quindi direttamente della coltivazione.
Luciano, uno dei soci fondatori, individuò i primi terreni che vennero acquistati; il primo corpo aziendale, di circa 22 ettari, ospitava prati, fondamentali per produrre il foraggio per il bestiame, piccole coltivazioni di ortaggi, una stalla per le vacche da latte, un vigneto, siepi e macchie boschive.
I primi anni non furono certo facili: il denaro a disposizione era poco, il capitale era rappresentato per lo più da “mani e braccia” e, ad aggravare la situazione, sopraggiunsero anche alcune calamità, come una combustione che uccise gli animali. Ma, nonostante le molte difficoltà, lo spirito di chi credeva fortemente nel progetto rese possibile la sua continuazione. La società potè quindi estendersi, acquistando un fondo di 4 ettari vicino a Breda di Piave, dove vennero costruiti i locali per lo stoccaggio e il confezionamento, e prendendo poi in affitto altri ettari di terreni sabbiosi, ideali per l’orticoltura, a pochi passi dalle golene del fiume Piave. Nel 2012 l’azienda prese in affitto altri terreni, questa volta nel comune di Spresiano, fino a raggiungere la sua attuale conformazione. Oggi l’azienda appare dunque suddivisa in più corpi e per il futuro si progetta di realizzare un’unica struttura aziendale dove collocare la stalla, i ricoveri per le attrezzature, i magazzini, il laboratorio per il confezionamento degli ortaggi e le celle frigorifere. La San Michele coltiva circa 200 ettari, un centinaio dei quali a ortaggi e il resto a vigneto e a seminativo, distribuiti tra i comuni trevigiani
di Breda di Piave, Maserada, Spresiano e Conegliano: una collocazione geografica significativa perchè questa zona, storicamente, ha vissuto inondazioni che hanno determinato un deposito di sedimenti sabbiosi che rendono il terreno particolarmente indicato per la coltivazione degli ortaggi. La San Michele dispone di suoli di diversa natura, limosa e sabbiosa; una fortuna, tenendo conto che ciascun ortaggio cresce meglio se coltivato in terreni con caratteristiche specifiche.
Oltre alla coltivazione degli ortaggi, alla San Michele gioca un ruolo centrale l’allevamento delle vacche nella stalla di Conegliano, fondamentali per la fertilità del terreno e perchè danno il latte necessario per la produzione dei formaggi.
A dirigere l’azienda è Anito Bonadio, che dal 1986 si occupa di agricoltura biodinamica: “Sono arrivato qui circa dodici anni fa” ci racconta “ma sono quasi trent’anni che coltivo con il metodo biodinamico; prima avevo una mia azienda, più piccola”.
Lo affiancano alcuni collaboratori fissi, circa una dozzina, che aumentano nei periodi di intensa attività.
Importante è anche la collaborazione con i volontari del WWOOF (World Wide Opportunities
on Organic Farm), un’associazione internazionale di volontari che si pongono l’obiettivo di diffondere la cultura e la pratica dell’agricoltura organica e di sostenere i produttori nel loro impegno. Lo sviluppo dell’agricoltura biodinamica è infatti tra i principali obiettivi dell’azienda.
Grande è l’attenzione alla formazione di chi lavora in azienda e viene favorita la partecipazione
a seminari e corsi di agricoltura biodinamica; per il futuro il sogno è realizzare un vero e proprio centro di formazione sull’agricoltura biodinamica, comprendente serra, foresteria e aule per l’attività di studenti e tirocinanti.
Lo spiega bene Anito: “Ora il nostro desiderio è riuscire a realizzare un’unica struttura aziendale non più a macchia di leopardo, ma unita anche territorialmente, in grado di ospitare l’orticoltura, i seminativi, l’allevamento e i laboratori di confezionamento, dando la possibilità ai giovani volenterosi di apprendere le tecniche necessarie per essere a loro volta promotori dell’agricoltura
biodinamica”.
In questo senso è iniziata nel 2013 una collaborazione con la scuola Steiner-Waldorf Novalis di Zoppè di San Vendemiano che ha attivato un istituto professionale a indirizzo agrario.
07/05/2014
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