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LA SOLITUDINE DELL’AUTORE EMERGENTE

LA SOLITUDINE DELL’AUTORE EMERGENTE




Da qualche giorno stavo riflettendo sulle nozioni che un lettore medio ha sugli autori emergenti e sugli stereotipi che, inconsapevolmente o meno, un emergente auto pubblicato deve sforzarsi di smentire.
Il primo è, ovviamente, la sua incapacità di scrivere: si ritiene che una persona di talento sarebbe riuscita a farsi pubblicare da una casa editrice, se uno scrittore ripiega sul KDP, Kobo, Youcanprint, Create Space o altro (a vostra scelta, ce ne sono tanti) significa che non è in grado di farsi valere nel mercato librario, ossia, non è in gamba.
Riguardo a questo stereotipo devo smentirlo parzialmente: lo ammetto, ci sono libri di emergenti auto pubblicati scritti male ma ci sono anche libri prodotti e pubblicizzati da grosse case editrici (stavolta senza fare nomi) che non meritano il nome di libri, che hanno trame per modo di dire, che sembrano scritti da un bambino di quinta elementare neanche tanto bravo, che sono fotocopie di storie scritte dieci, quindici, venti anni fa che magari in quel periodo non hanno avuto successo ma oggi vendono migliaia, a volte milioni, di copie.
Lo stereotipo sull’incapacità è in realtà una diretta conseguenza della convinzione che un essere umano, per quanto bravo, non possa fare niente da solo ossia senza un agente letterario, un grafico, un autore più importante che lo presenti, uno, magari due, addetti all’editing ecc ecc ecc…
Insomma, l’emergente è incapace perchè è solo. Niente di più sbagliato.
Signori, l’emergente che voglia crescere e migliorarsi non rimarrà con le mani in mano tutta la vita sperando che gli venga donato da chissà quale Dio della Scrittura il talento di vendere (che è diverso dallo scrivere bene) ma, proprio perchè è contemporaneamente autore, il più grande fan di sè stesso, responsabile dell’editing, responsabile della promozione, responsabile dell’aspetto grafico eccetera, cercherà di perfezionarsi. Come?
Per prima cosa cercando feedback: lettori, amici, blog, giornali, altri autori. Sottolineo l’aspetto “altri autori” perchè personalmente negli ultimi mesi ho conosciuto scrittori meravigliosi, prima di tutto dal punto di vista umano, poi anche da quello dell’abilità nel raccontare una storia, che mi hanno dato tanti consigli riguardo alla promozione, alle revisioni ancora da fare, alle copertine, agli eventi di gruppo a cui partecipare e ai blog a cui chiedere un parere.
Sì, perchè non tutti i blog sono uguali: un modo per creare categorie è il conteggio delle visite, ma altri modi, secondo me più importanti, sono la competenza, l’educazione, la serietà nel mantenere l’impegno di recensire a prescindere dal gusto letterario, la predisposizione a sottolineare di una trama e di uno stile gli aspetti positivi “salvabili” anche quando il libro non è piaciuto e, infine, il buongusto di avvisare quando la recensione o l’anteprima vengono pubblicate.
L’autore emergente non è solo, se non vuole esserlo. Personalmente ho due famiglie letterarie adesso, i Self Dreamers e le Dame d’inchiostro, si tratta di due gruppi di autori selfpublishers come me che sono sempre disposti a sostenersi l’un l’altro e a fornire consigli e pareri, occasionalmente ci riuniamo per eventi e sconti promozionali o giveaway come Halloween on Read, A Christmas Carol o l’8 Marzo con le Dame; nei giorni di normale amministrazione sono sempre disponibili a una lettura, a una chiacchierata, occasionalmente a proporsi per la promozione sui blog.
Quando vi capiterà di parlare di o con un emergente oppure di leggere un suo libro ricordate che, se è un emergente che vuole emergere (serviva il gioco di parole) ha capito che potrà riuscirci solo se farà squadra con altri nella sua stessa situazione. Una persona sola non può avere lo stesso impatto di uno di quei fortunatissimi autori che hanno alle proprie spalle un grosso gruppo editoriale, ma, forse, in dieci, in quindici, in venti, le probabilità saranno un po’ più equilibrate da ambo le parti.
Colgo l’occasione per ringraziare e salutare i Self Dreamers e le Dame d’Inchiostro. Piano piano vi sto conoscendo anche come autori, ogni tanto mi chiedo: sono così bravi, che cosa ci faccio qui? Poi ricordo che faccio parte di questi due gruppi perchè so che The Stronghold Saga è solo l’inizio e che ho ancora tanta strada da percorrere ma, e nessuno può negarlo, percorrerla con qualcuno è molto più divertente.


24/05/2014
Rubrica a cura della scrittrice Rossella Modugno