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Dialogo in famiglia e giovani disinteressati : ma una recente indagine dimostra che…
Paradossalmente a quanto si pensa una recente indagine sugli adolescenti ha rivelato che molti di loro si fidano più dei genitori, molto spesso considerati causa delle loro sofferenze, che degli amici , che al contrario, vengono visti sempre dagli stessi giovani come toccasana e cura ai loro problemi adolescenziali. Dati su cui riflettere, quindi, che dimostrano come una società e una generazione (quella dei giovani di oggi) considerata da molti (molto spesso dagli stessi adulti e genitori) senza valori e con poco spirito di iniziativa, sia quella più propensa al dialogo in famiglia, magari per discutere dei problemi sorti negli ultimi tempi , o per cercare un confronto e uno scambio fra le diverse idee ed opinioni che diversificano le differenti generazioni (quella appunto dei genitori e dei figli). Oppure, opinione più comune, si pretende più disponibilità al dialogo anche per cercare e ricevere consigli, per superare le difficoltà che tutti i giorni si presentano durante la cosiddetta fase adolescenziale, vista come una fase delicata e di cambiamento nell’individuo sia a livello fisico che caratteriale, durante la quale, in genere, si tende a guidare l’adolescente verso una retta via, condizionata nella maggior parte dei casi dalle difficoltà del mondo esterno ( fuori dalle mura domestiche) rappresentate dalle scelte sbagliate che molti giovani prendono, perchè considerate le più “in voga” da seguire. E questo, quella della propensione al dialogo, accade perchè in molti adolescenti, sorge questo bisogno di ritornare in famiglia , quindi di ritornare nel luogo di origine dove si è detta la prima parola, dove si sono mossi i primi passi e dove si ritorna quando ci si sente persi e disorientati, quando nel caso degli adolescenti, non c’è più dialogo con gli amici o quando si hanno le prime delusioni d’amore.
E come se non bastasse, dato ancor più sconcertante, è che molti adolescenti chiedono , dagli stessi genitori, dei “ no” motivati piuttosto che dei “ si” incondizionati. Anche questo un paradosso sul quale riflettere, se si pensa che molti genitori, molto spesso sommersi da impegni lavorativi o semplicemente per non essere stressati da continue lamentele da parte dei figli, preferiscano dire di si, e quindi acconsentire a tutte le loro scelte, che dare un no seguito da una motivazione concreta che giustifichi la negazione e quindi la mancanza di permesso a ciò che l’adolescente intendeva fare.
Alla luce di ciò sorge spontanea una domanda : la colpa è quindi da attribuire ai genitori, che considerano i figli come ragazzini con i quali è impossibile riflettere perchè considerati ancora immaturi, o degli stessi adolescenti che fanno fatica a farsi capire e molto spesso solo capaci di chiedere e mai di dare, e contribuire alle vicende familiari ?
O forse è tempo per la società di oggi, figli e genitori compresi, di riflette su ciò che si è perso o trascurato, in un periodo della nostra storia dove si è smarrito il significato del dialogo, il significato di famiglia e convivenza e ritornare in quel “nido”, dove ci si sente capiti e protetti.
26/05/2014
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''Libera Espressione'' di Luigi Vacca |
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