Buona norma, per disarmare il manipolatore che cerca i nostri punti deboli, è essere consapevoli dei propri difetti e delle proprie peculiarità caratteriali.
Se, infatti, la tattica del manipolatore fa leva sulle nostre debolezze, scoprendole prima di lui riusciremo a spiazzarlo, perchè lo priveremo dei suoi agganci manipolativi. Teniamo presente che alcune debolezze sono più comuni di altre, ed è quindi facile che il manipolatore riesca a individuare proprio quelle.
Tra le debolezze più diffuse ci sono, per esempio:
- Il bisogno di affermarsi, di farsi riconoscere come “bravi” (e in questi casi il manipolatore agisce con la lusinga e ti ricopre con montagne di “grazie”).
- Il bisogno di dedizione, di strappare eterni “grazie” (qui il manipolatore finge di essere “bisognoso d’aiuto”, ma in realtà sta solo cercando di capire fino a che punto potresti essere disponibile).
- Il bisogno di credere e di avere fiducia, di mantenersi ingenui (in questi frangenti il manipolatore porta allo scoperto un’immagine di sè forte, sicura, decisa, salvo poi approfittare della situazione).
- Il bisogno di essere coccolati, accuditi, protetti (è il caso in cui il manipolatore indossa la maschera del genitore o dell’amico protettivo).
Che cosa si può fare a titolo preventivo? Ogni volta che parliamo con qualcuno, cerchiamo di ascoltarci e sforziamoci di capire cosa può affiorare all’esterno dai nostri discorsi. In questo modo potremo identificare il bisogno che ci muove, e impedire che il manipolatore se ne approfitti.
Di Vittorio Caprioglio
05/06/2014
Importanza della comunicazione e linguaggio del corpo