Nel linguaggio la deformazione si manifesta nella trasformazione di un processo in un evento. Ciò significa che l’esperienza non viene vissuta più come una situazione in atto sulla quale l’individuo ha il controllo, ma si trasforma in una situazione compiuta e quindi non più controllabile.
Il procedimento con cui avviene questo passaggio è la nominalizzazione. Attraverso questo meccanismo una parola, che nella struttura profonda definisce un processo, viene trasformata in un sostantivo.
La frase “Rimpiango la mia decisione di fare qualcosa” presenta una nominalizzazione. Infatti la parola decisione deriva dal verbo decidere. La stessa frase può essere presentata modo: “Rimpiango di aver deciso di fare qualcosa”. Nel primo caso la nominalizzazione chiude l’esperienza, nel secondo caso l’esperienza si presenta come una situazione in corso e quindi modificabile. Un vero sostantivo non potrà mai essere “in corso” (non si può dire una sedia in corso ma si può dire una decisione in corso).
Risolvere una nominalizzazione significa contestare l’esperienza come fissa e irrevocabile. Domande quali: “È immaginabile in qualche modo di cambiare la decisione?” o “Che cosa impedisce di cambiare la decisione?”, possono riportare a considerare la nominalizzazione come un processo ancora in atto.
12/06/2014
''Gli strumenti per essere vincenti'': metodi e tecniche per conoscersi e valorizzarsi, a cura dello psicologo Pino Fiore