Ricercatori delle università di Oxford, Uppsala e Zurigo hanno pubblicato sul Journal of Applied Ecology i risultati della maggior revisione sistematica della letteratura scientifica sull’effetto dell’agricoltura biologica sulla biodiversità.
Le conclusioni sono di estrema chiarezza. In media le aziende biologiche presentano oltre un terzo di specie di fauna selvatica in più di quelle coltivate con metodi convenzionali.
I ricercatori affermano: “i metodi biologici possono senza dubbio giocare un ruolo importante
nel fermare la continua perdita di biodiversità nelle nazioni industrializzate”.
I ricercatori hanno effettuato la meta analisi di un centinaio di studi indipendenti pubblicati su riviste scientifiche di tutto il mondo, giungendo così a integrare i singoli risultati in un “riassunto” unico e scientificamente “robusto”.
La conclusione è che negli ultimi trent’anni di ricerca è costante la prova che le aziende biologiche vantano un ecosistema assai più ricco e che le aziende agricole convenzionali hanno circa il 50% in meno di specie di insetti impollinatori (api, farfalle, bombi, falene, coleotteri…).
Anche se non era scontato (la vicinanza a coltivazioni intensive avrebbe potuto dare un ambiente meno favorevole), la differenza che si riscontra è ancora maggiore per le aziende biologiche che sono “isole” circondate da un paesaggio a agricoltura intensiva. Evidentemente, i campi bio attirano gli insetti utili da dintorni per loro poco ospitali; situazione nettamente migliore anche per i campi a cereali e per le aziende con orientamenti colturali diversificati.
Le considerazioni non sono solo ecologiche (che pure basterebbero), ma anche economiche:
tra le diverse minacce ai nostri sistemi alimentari c’è proprio il declino delle api e degli altri impollinatori, che sono necessari per un terzo di quel che mangiamo. Ma gli effetti benefici non si limitano agli impollinatori: sono estesi agli artropodi in genere, agli uccelli e ai micro-organismi.
Se si considera la drammatica perdita di fauna selvatica che, prevalentemente a causa degli insetticidi e delle monocolture, colpisce tutti i Paesi industrializzati, appare evidente l’importanza della pratica e del sostegno dell’agricoltura biologica.
L’articolo è “Land-use intensity and the effects of organic farming on biodiversity: a hierarchical meta-analysis”, J. Appl. Ecol. 4 febbraio 2014. La rivista, edita dalla British Ecological Society
(con sede a Londra nella Charles Darwin House), ha un impact factor di 4.74, il che sta a dire che, in media, ogni suo articolo è citato 4.74 volte da articoli successivi.
22/06/2014
''Il mondo del biologico'' a cura di Cuore bio - Terra madre