NOI SIAMO LE PAROLE CHE DICIAMO E ASCOLTIAMO - 1^ parte
“… La mia operazione è stata il più delle volte una sottrazione di peso; ho cercato di togliere peso ora alle figure umane, ora ai corpi celesti, ora alle città; soprattutto ho cercato di togliere peso alla struttura del racconto e al linguaggio”.
Italo Calvino, Lezioni americane
Parafrasando il vecchio adagio per cui “l’uomo è ciò che mangia”, ora possiamo affermare che noi siamo le parole che pronunciamo e che ascoltiamo dagli altri. Di più: come si è visto nei capitoli precedenti, le parole hanno su di noi uno speciale potere di modificazione e di trasformazione, che abbiamo cercato di portare allo scoperto lungo questo viaggio nell’universo del linguaggio e dei modi di comunicazione non verbale.
Soprattutto abbiamo cercato di focalizzare l’enorme valore di una comunicazione naturale e i pregi di uno stile relazionale non fondato esclusivamente sulla “testa”. Ciò che più conta per interagire serenamente con noi stessi e gli altri, trasformando la comunicazione in una fonte di benessere, è saper utilizzare un modo di esprimersi in cui il corpo che comunica sia quanto più possibile “felice”, cioè disteso, a proprio agio. In una parola: libero da tensioni o condizionamenti esterni. Allo stesso modo, ci siamo resi consapevoli dell’utilità del silenzio e delle pause che, all’interno di una conversazione, non sono da considerare perdite di tempo, ma vere e proprie “oasi energetiche”, momenti fondamentali in cui ci diamo la possibilità di fermarci, raccogliere le idee, diventare consapevoli di quello che stiamo per dire e di porgere le nostre parole all’interlocutore nel migliore dei modi.
Di Vittorio Caprioglio
12/07/2014
Importanza della comunicazione e linguaggio del corpo