Ortaggi secondo natura
L’azienda agricola si estende all’incirca per 4 ettari. Quando Cristiano ha iniziato, lavorava un ettaro soltanto; col tempo si sono aggiunti gli altri tre. Ma non è finita qui: per il futuro non escludono di estendersi per uno o due ettari ancora, così sarebbe più facile praticare rotazioni, sovesci e tenere a riposo il terreno. Coltivano all’incirca una decina di verdure, in base alla stagionalità: “in primavera iniziamo con le insalate: cappuccia, gentile, canasta, un po’ di cicoria, il cavolo rapa, le rape rosse, il cavolo cappuccio che non sempre riesce a crescere perchè dipende molto dal terreno: noi abbiamo soprattutto terreni sabbiosi, mentre sarebbe adatto un terreno più limoso. All’inizio dell’estate, attorno alla fine di giugno, iniziano i porri e le zucche, coltivazioni che continuano fino a luglio e agosto. E in autunno si ricomincia con le insalate, il cappuccio bianco e quello rosso, le verze, il cavolo rapa, un po’ di cicoria”. Non utilizzando nessuna sostanza chimica di sintesi, gran parte del loro lavoro viene effettuato manualmente: adoperano, infatti, solo il trattore e una macchina per effettuare i trapianti. Cristiano, da adolescente, aveva perso il richiamo della terra, salvo poi ritrovare le sue radici e dedicarle la propria vita, ma in maniera diversa, scegliendo
il biologico: “una volta non si dava così importanza alla natura, non era così chiaro il fatto che tutti noi dipendiamo da lei”. A Cristiano, invece, crescendo questo nesso diventa sempre più chiaro, così come anche il rapporto tra quello che mangiamo e quello che siamo: “è importante sapere cosa mettiamo nel piatto, cosa mangiamo, perchè ciascuno di noi è quello che mangia”. A proposito della loro scelta biologica, Cristiano non ha dubbi: “sapevo che il mondo bio era il mio mondo perchè credo che la terra non abbia bisogno di forzature, di tanti trattamenti, magari chimici. Io credo nell’equilibrio della natura, nei suoi meccanismi: di per sè ha già un equilibrio, basta solo saperlo conoscere.
Noi osserviamo i meccanismi dell’ambiente e ci affidiamo ad essi perchè c’è molto da imparare”.
Cristiano non ha dubbi neanche per quanto riguarda le rese, da sempre inferiori nel biologico: “siamo un’azienda essenziale, ci basta quello che la campagna ci dà, senza doverla spingere. Non ho mai guardato tanto la resa” ci dice. “Una persona fa biologico perchè ci crede. Il mio progetto era, ed è, quello di vivere a contatto con la natura e di permettere alle persone di mangiare meglio”.
Anche se questo significa lavorare sodo, alzarsi presto al mattino, a volte trascurare la famiglia perchè l’agricoltura non aspetta e solo un giorno può fare la differenza: “l’erba, per esempio, si tiene a bada con zappatura e sarchiatura, effettuate nei momenti giusti, perchè se sbagli di uno/due giorni prende il sopravvento e hai il doppio del lavoro da fare”. Cristiano e Roberta, inoltre, sanno che il biologico non può garantire frutti standardizzati e in quantità prestabilita perchè esposto a una inevitabile variabilità: “siamo soddisfatti del nostro lavoro, ma siamo consapevoli che non tutte le stagioni sono uguali, che il tempo o gli insetti predatori possono danneggiare il raccolto. Il ciclo della natura è un po’ come il ciclo della vita che è fatto di alti e di bassi. E noi dobbiamo accettarlo” ci spiega Cristiano con grande semplicità. Ciò che temono di più, probabilmente, sono gli sbalzi di temperatura che influiscono molto, soprattutto sulle insalate. Ci spiegano che l’insalata cappuccia è molto sensibile a queste variazioni e che, a volte, c’è il rischio di perdere il raccolto. E allora che fare? “Se il prodotto non ha caratteristiche idonee per la vendita, non lo raccogliamo, ma lo interriamo, a mo’ di sovescio. In questo modo, nulla va sprecato”.
Il prodotto torna così alla terra, incrementando la fertilità del suolo, che viene accresciuta anche grazie a una concimazione a base di composto di fungaia. Cristiano e Roberta devono tornare al loro lavoro e quindi ci salutano con un messaggio che sperano possa arrivare anche ad altri agricoltori: “la scelta di non usare sostanze chimiche di sintesi, e il pensiero che ciò che hai raccolto è pulito e può essere usato anche, e soprattutto, per l’alimentazione dei bambini ti dà la forza per andare avanti anche nei momenti difficili. Perchè solo un’agricoltura come questa può dare un futuro alla terra e all’uomo.”
AZIENDA AGRICOLA SCAPPINI CRISTIANO
Via Abetone 4/A Strada Pellegrina
37063 Isola della Scala (VR)
28/07/2014
|