LAMENTARSI - 4^ parte
Le conseguenze nelle relazioni. “La lamentela continua ovviamente favorisce l’allontanamento delle persone care e la perdita delle amicizie”.
In teoria ci si può lamentare di qualsiasi cosa. In realtà ci sono degli argomenti che sono molto più ricorrenti di altri. I principale sono i seguenti: malattie e sintomi fisici, partner, soldi, figli, genitori e fratelli, genero, nuora e consuoceri, lavoro (colleghi, superiori, stress), la casa (soprattutto il disordine, i vicini e i rumori esterni), le tasse e il carovita, la sfortuna, la sanità. Alcune persone hanno argomenti prediletti, altre riescono incredibilmente a lamentarsi di tutto. Anche se sulle prime sembra di ricavarne qualche vantaggio, i risultati non possono mai essere positivi. Infatti, oltre al risultato controproducente per chi si lamenta (stasi nei ragionamenti, blocco dello sviluppo psichico, tendenza depressiva), ci sono quelle relazionali: si viene facilmente considerati noiosi o rompiscatole, drammatizzatori o portasfortuna, pessimisti o irritanti.
Ciò che l’interlocutore soffre in modo particolare, soprattutto se è legato affettivamente a chi si lamenta, è che il lamento è come un muro che toglie speranza, che tende a non lasciare spazio a soluzioni possibili; e quindi si sente chiamato in gioco sul piano emotivo-affettivo, ma respinto sul piano dell’ascolto e dell’aiuto. A volte si può sentire usato come un vero e proprio contenitore della parte peggiore della vita dell’altro. Chi resta vicino al “lamentoso”, dopo un po’ di tempo comincia a farlo per compassione, per senso di colpa o del dovere, comunque non per la gioia di stare insieme.
07/08/2014
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