LE CHIESE, I FRANTOI, LE MASSERIE - 1^ parte
La presenza di chiese rurali e di cappelle sparse nelle campagne, testimonia l’importanza dei prodotti agricoli sui quali si invoca la protezione di particolari santi affinchè sia il lavoro che il raccolto non subiscano danni di alcun genere. Le chiesette spesso sono opera di ordini religiosi, proprietari di grandi apprezzamenti oppure di famiglie private particolarmente devote verso la Vergine e altre divinità. Così in agro di Terlizzi, in località Cesano, lungo la strada vicinale che dalla strada statale 98 conduce alla vecchia via Traiana, è situata la cappella rurale di S. Maria di Cesano, caratteristica per avere la torre di facciata.
Altre cappelle rurali del territorio di Terlizzi sono la cappella di S. Maria del Riposo, posta all’esterno della città in via Lavelli, in zona extra-urbana, la chiesa di S. Michele Arcangelo posta lungo il margine della via Appia, purtroppo in totale abbandono. Con le torri e le chiese di campagna, altro elemento architettonico che rende riconoscibile la cultura dell’olivo, è il frantoio. Nel territorio di Bitonto è possibile imbattersi, girovagando tra gli oliveti e gli incolti, nei resti di antichi frantoi rurali ormai abbandonati e in molti casi semidistrutti. Queste costruzioni hanno normalmente pianta regolare, cin tetti a falde inclinate, formati da una o due strutture affiancate. Così sono strutturati il trappeto Mingolucia, in contrada Monteverde, e il trappeto Patierno lungo la via vecchia per S. Spirito, mentre il frantoio Chiancariello, è costituito da due corpi di fabbrica addossati ad una grotta naturale. La particolarità di molte di queste costruzioni è quella di avere degli ambienti seminterrati, come il trappeto Macchia di Bitetto situato nella contrada omonima o quello denominato Torre di Bovio lungo la strada provinciale Bitonto-Giovinazzo.
22/08/2014
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