Secondo le norme europee, perchè se ne possa autorizzare l’uso, i nuovi alimenti non devono “diff erire dagli ingredienti alla cui sostituzione sono destinati, al punto che il loro consumo possa comportare svantaggi per il consumatore sotto il profilo nutrizionale”.
È in base a questo criterio di “sostanziale equivalenza” che l’UE ha autorizzato l’uso di al uni OGM come alimenti per uso umano e come mangime.
Un articolo pubblicato dalla rivista scientifica Food Chemistry rischia di mandare a carte quarantotto queste autorizzazioni. Lo studio a cui si riferisce, condotto da ricercatori di un’università norvegese, ha esaminato
l’accumulo di pesticidi in campioni di soia OGM, convenzionale e biologica.
Tutti i campioni di soia OGM hanno presentato in alte dosi residui del diserbante Roundup® a base di glifosate.
Nella soia OGM non è insito il diserbante, ma un gene che consente alla pianta di resistergli, permettendo così agli agricoltori un suo uso molto… generoso per eliminare tutte le erbe infestanti che contendono alla soia le sostanze fertilizzanti.
I residui presenti nella soia OGM non ci sono, naturalmente, in quella biologica (per la quale non si usa nessun diserbante), ma neanche in quella convenzionale (non essendo stata resa artificialmente resistente, se lo si usasse morirebbe: se ne usano altri).
La ricerca dovrebbe bastare (e avanzare) per indurre la Commissione europea a rivedere l’autorizzazione concessa, evidentemente, con leggerezza.
La differenza non riguarda solo la presenza di residui del diserbante: lo studio rileva anche che “la soia biologica ha mostrato il profilo nutrizionale più salutare”.
Dopo aver utilizzato 35 diverse variabili nutrizionali e di composizione, i ricercatori scrivono “i campioni di soia biologica contengono significativamente più proteine, il che si riflette anche sul maggior contenuto di aminoacidi essenziali”.
Altro aspetto positivo è che è significativamente inferiore il contenuto di grassi saturi.
Il glifosate non è solo un problema di catena alimentare, ma anche di sicurezza dell’acqua: già ora che qui non si coltivano OGM, c’è glifosate nel 90% dei punti di monitoraggio delle acque lombarde (nel 34,4% oltre i limiti per le acque potabili). Immaginiamo la situazione se si seminassero OGM…
Qual è il senso di una soia OGM che dal punto di vista nutrizionale è inferiore a quella bio, ha inevitabilmente residui di pesticidi e mette a grave rischio la sicurezza delle acque? Come cavolo si fa a considerarla “equivalente”? Chi vuole, trova l’articolo a pagina www.sciencedirect.com/science/article/
pii/S0308814613019201
28/08/2014
''Il mondo del biologico'' a cura di Cuore bio - Terra madre