La riabilitazione equestre - A cosa serve
Dagli studiosi in materia è stato scoperto che i movimenti del cavallo:
• possono essere considerati fisioterapici in quanto, nella loro configurazione tridimensionale al passo, corrispondono strettamente al moto deambulatorio umano;
• facilitano, con il loro ritmo - peraltro corrispondente a quello del cuore umano - i movimenti simmetrici del capo, del tronco e delle estremità del cavaliere;
• normalizzano il tono muscolare ed esercitano un'influenza terapeutica sullo sviluppo del controllo posturale dinamico in posizione seduta, modificando continuamente l'equilibrio del soggetto in groppa e sollecitando, quindi, le sue reazioni di raddrizzamento e di equilibrio.
• determinano una stimolazione costante dei sistemi vestibolare e propriocettivo del cavaliere, rinforzando il raggiungimento ed il mantenimento della postura corretta.
Contemporaneamente, l'input sensoriale dovuto al corpo caldo dell'animale, la pressione sulle giunture delle pelvi e della colonna vertebrale e le modificazioni nel tempo e nello spazio, costituiscono gli elementi di una normale, intensa stimolazione senso-motoria.
Il tutto in un ambiente demedicalizzato e in un contesto ludico e necessariamente attento alle emozioni espresse dal paziente.
Per i disturbi neuropsicologici e psicopatologici, gli input sensoriali trasmessi dal cavallo stimolano nel soggetto più livelli:
• l'acquisizione dello schema corporeo e della conoscenza di sè;
• l'acquisizione spazio-temporale e della lateralizzazione;
• la possibilità di variare continuamente i riferimenti tra sè, l'animale, l'operatore e l'ambiente circostante, con tutte le relative applicazioni affettive e relazionali.
Il rapporto fra soggetto e cavallo, che sempre si stabilisce:
• facilita, in quanto relazione corporeo-affettiva, l'integrazione tra movimento e sviluppo cognitivo e affettivo;
• stimola facoltà intellettive quali l'attenzione, l'interesse, la concentrazione, la memoria;
• richiede stabilità di umore e comportamento tranquillo e fermo.
Il cavallo, in definitiva, facilita l'acquisizione delle funzioni psicomotorie e cognitive tramite il valore di rinforzo che acquistano le sue risposte dinamiche.
La riabilitazione equestre si mostra in grado di incrementare anche l'autostima e la disponibilità all'apprendimento, nonchè di migliorare l'instabilità motoria, l’abilità attentiva e il linguaggio (verbale e gestuale*), di ridurre le manifestazioni reattive nei rapporti interpersonali, facilitando l'integrazione sociale.
Il contatto con la natura e col gruppo sviluppano una migliore integrazione sociale e la diminuzione di stati d'ansia.
La letteratura riporta esperienze d'uso positive della riabilitazione equestre con soggetti con gravi disturbi della vista, ai fini di una maggiore coordinazione e di una migliore strutturazione spazio-temporale.
La riabilitazione equestre trova ottime applicazioni e ottiene buoni risultati anche su soggetti appartenenti alla terza e quarta età:
- migliora le facoltà motorie e circolatorie rallentate a causa di problemi inerenti l'avanzamento dell'età (es. artrosi);
- stimola e migliora le facoltà respiratorie;
- agisce positivamente e migliora le aree del controllo degli sfinteri (soprattutto la vescica);
- può essere d'aiuto sui problemi legati alla visione, nel miglioramento della coordinazione dei gesti e delle azioni;
- contribuisce a ripristinare la perdita di memoria e le attività logico matematiche;
- il cavallo è considerato un antidepressivo naturale e viene consigliato per tutte le patologie legate agli stati d'ansia e di perdita di autostima, spesso proprie delle fasce anziane;
- facilita la reintegrazione sociale e la relazione, riporta dunque l'anziano a sentirsi nuovamente attivo e partecipe in un contesto positivo e demedicalizzato.
Per i soggetti disponibili può inoltre essere un'ottima occasione di collaborazione ed aiuto al lavoro in campo sui soggetti con disabilità.
* Studi hanno dimostrato che la RE diventa una vera e propria esperienza di logopedia a cavallo
02/09/2014
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