Vincenzo, la terra e la cura
Il lavoro in una fattoria biodinamica è molto e impegnativo. Un’organizzazione di questo tipo, infatti, richiede preparazione e costanza nel prendersi cura degli animali e dei frutti preziosi che la terra dona, se lavorata sapientemente e con rispetto.
Sveglia presto, controllo minuzioso dei dettagli e grande attenzione per l’ambiente fanno dell’esperienza Di Vaira un esempio strutturato di attività rivolte alla qualità dei prodotti e, di conseguenza, al benessere delle persone e della terra.
Fra i responsabili della buona riuscita dei ritmi vitali in questa realtà situata fra le colline del Molise e il mare c’è Vincenzo Battistin.
La sua è la testimonianza di un lavoro fatto di impegno quotidiano e di forte dedizione.
In questo momento dell’anno, a che ora inizia la tua giornata e di cosa ti occupi?
Ogni giorno alle 6.45 ci si trova, con tutti i colleghi per decidere e assegnare i lavori della giornata. Difficile dire di cosa mi occupo nello specifico. Mi prendo cura dell’efficienza dei macchinari in officina, della preparazione degli attrezzi, fino all’ordine dei pezzi di ricambio.
Mi occupo anche delle mansioni legate agli ortaggi, come coordinare i lavori da fare nella giornata, secondo le esigenze del periodo e della stagionalità, e di affiancare Alfonso, il capo operaio, nel seguire da vicino le attività in campagna e lo stato dei campi, prima e dopo i trapianti e le raccolte.
Come si svolge il tuo lavoro quotidiano?
In qualità di supervisore di tanti aspetti che riguardano la produzione degli alimenti biologici, spesso porto a termine ciò che per mille motivi viene lasciato in sospeso.
Questo è il motivo principale per il quale non so mai quando e come la mia giornata finirà: mi capita spesso, infatti, di arrivare a cena ancora vestito da lavoro. Questo dice tutto!
Quali sono le mansioni più delicate?
Più delle attività specifiche, ciò che mi preoccupa maggiormente è il tempo, soprattutto quando è tanto incerto.
Quand’è cattivo, infatti, diventa difficile pianificare le attività. Con la pioggia che va e viene non si sa mai quando si può cominciare a lavorare e se si riuscirà a finire quello che si sta facendo.
In campagna si sa che si deve fare i conti sempre con questa variabile!
Che rapporto senti di avere con la terra, quanto ti appassiona?
Mi piace quello che faccio e mi ci dedico interamente, non potrei fare altrimenti. Capita, però, di vivere in un rapporto di amore e odio con un impiego che ti chiede tanto e che, in qualche misura, non ha mai fine: una volta portato a termine un lavoro, infatti, ne ricomincia subito un altro. In campagna tutto è ciclico e continuo: può essere considerato il bello e il brutto di questa scelta di vita.
Cosa cambieresti?
Ci sono sicuramente aspetti migliorabili, tante condizioni non ottimali di lavoro, ma trovo che sia più utile accettare le condizioni che abbiamo al momento e produrre con esse la realtà più favorevole possibile. I miglioramenti, poi, avverranno col tempo, grazie ai nostri sforzi.
Cosa temi di più?
Il tempo! In parte da un punto di vista atmosferico, come ho già detto, in parte perchè tante volte sembra che scorra troppo veloce e ci sono sempre tante cose da fare e che vorrei realizzare.
Cosa significa per te lavorare in un’azienda biodinamica? Conoscevi prima questa tecnica?
No, non la conoscevo e mi ha insegnato un approccio nuovo all’agricoltura che comprende anche aspetti spirituali dei quali prima non avevo alcuna consapevolezza.
Ho acquisito, grazie all’esperienza legata a Di Vaira, una visione più ampia di ogni aspetto del lavoro con la terra, un modo per evolvere la concezione dell’agricoltura che avevo appreso a casa, in famiglia.
Che dire di te…
Vengo da un paese di montagna sopra Vittorio Veneto, ho fatto gli studi nell’ambito della ragioneria. La mia famiglia ha sempre avuto un po’ di terra e durante la mia giovinezza ero obbligato a occuparmene, cosa che detestavo!
Per questo, dai 16 ai 20 anni ho cercato in ogni modo di sfuggire ai doveri imposti, facendo le professioni più disparate. Una volta acquistati la casa e del terreno, però, mi sono spontaneamente riavvicinato alle mie origini, al punto di farne il mio lavoro. Mi sono reso conto che ho sviluppato una profonda sensibilità nei confronti della madre terra, come se facesse davvero parte della mia natura, e in effetti è lì che sono le mie radici.
Qual è il rapporto con le persone che si occupano delle altre parti dell’azienda?
Buono, sincero e aperto. Una volta instaurato un rapporto basato sulla fiducia reciproca, sono sempre pronto a ricevere qualche consiglio e a scambiare pareri, qualunque sia la loro provenienza, perchè ogni confronto è un arricchimento e migliora il lavoro di tutti, per il bene dell’azienda.
10/09/2014
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