L’economia pugliese non riparte. Anzi, procede a retromarcia. Circolano sempre meno veicoli commerciali ed industriali
Bari, 10/09/2014 – L’economia pugliese non riparte. Anzi, procede a retromarcia. Circolano sempre meno veicoli industriali e diminuiscono i mezzi adibiti al trasporto delle merci. Segno dei tempi che cambiano, a causa dell’acuirsi della recessione.
E’ quanto rileva il Centro Studi di Confartigianato Imprese Puglia che ha elaborato gli ultimi dati del Pubblico registro automobilistico (Pra).
In particolare, i veicoli commerciali “leggeri”, cioè quelli con portata fino a 3,5 tonnellate, intestati a pugliesi, sono 197.542 (nel 2012 erano 198.206). Più precisamente, 55.611 nella provincia di Bari, 16.566 nella Bat, 21.377 a Brindisi, 33.265 a Foggia, 48.297 a Lecce e 22.426 a Taranto.
I veicoli industriali “pesanti” (oltre 3,5 tonnellate) sono 53.354 (contro i 53.970 dell’anno precedente), di cui 15.583 nella provincia di Bari, 6.509 nella Bat, 5.368 nel brindisino, 10.624 nella Capitanata, 9.196 nella provincia di Lecce e 6.074 nel tarantino.
Il parco veicoli “leggeri” e “pesanti” è di 250.896 (l’anno prima era 252.176). Ce ne sono 1.280 in meno.
Inoltre, il totale degli autocarri, dei motocarri, dei quadricicli e dei rimorchi che trasportano merci è sceso da 269.416 a 266.706 mezzi. La flessione è di 2.710 unità, pari ad un tasso negativo dell’uno per cento. Il trasporto delle merci su gomma è strategico per la ripresa dell’economia.
«Mentre si parla tanto del trend negativo del mercato dell’auto – dice Francesco Sgherza, presidente di Confartigianato Imprese Puglia – si dedica poca attenzione al segmento dei veicoli commerciali ed industriali. Si tratta di un buon indicatore della situazione dell’autotrasporto che sta attraversando un lungo periodo di profonda sofferenza. Quello del trasporto su gomma – aggiunge il presidente – rappresenta un settore di primaria importanza per l’economia, strettamente legato all’andamento del Prodotto interno lordo (Pil)».
Basti pensare che in Italia, oltre l’85,5 per cento delle merci viaggia su strada. «Tuttavia – prosegue Sgherza – si fa troppo poco per sostenere questo comparto, schiacciato tra gli esorbitanti rincari dei costi d’esercizio ed i paradossi di una disciplina europea che finisce con l’inasprire la concorrenza da parte dei vettori stranieri, che operano in condizioni ben più vantaggiose. In Puglia poi, incidono particolarmente i forti ritardi nei pagamenti da parte della committenza e la perdurante crisi della grande industria: due fattori che, combinati, stanno letteralmente mettendo in ginocchio gli autotrasportatori».
«I dati elaborati dal nostro Centro studi regionale – precisa il presidente – rappresentano un quadro a tinte fosche ma comunque parziale rispetto alla portata dei problemi. Spesso, infatti, a fronte delle sempre più ricorrenti cessazioni d’impresa, il veicolo viene svenduto per far fronte ai debiti, continuando pertanto a
circolare. In molti altri casi – prosegue – le aziende di trasporto, pressate dalle difficoltà economiche e finanziarie, rinviano la sostituzione dei veicoli più vecchi ed inquinanti».
«Eppure – rileva Sgherza – ci sarebbero varie misure per favorire la sostituzione dei mezzi, come gli incentivi alla rottamazione, defiscalizzazioni per le aziende che si dotano di flotte più ecologiche o che passano a sistemi bi-fuel, campagne d’informazione e sensibilizzazione sui benefici messi a disposizione dalle innovazioni tecnologiche di settore. Occorrerebbe, poi, rivedere la rete infrastrutturale che risulta del tutto inadeguata per lo sviluppo sostenibile».
A differenza degli altri principali Paesi europei che marciano a velocità maggiori e di quelli di più recente ingresso nell’Unione, tanto che il baricentro europeo del trasporto merci si sta spostando sempre più ad Est, l’Italia e la Puglia, in particolare, registrano l’impoverimento del parco veicoli “leggeri” e “pesanti”, nonchè degli autocarri e dei rimorchi.
«La nostra regione – conclude il presidente – avrebbe tutte le potenzialità per diventare la più grande piattaforma logistica del Mediterraneo».
11/09/2014
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