La pianta, tra cielo e terra
In attesa della prossima edizione di Seminare il Futuro che si terrà domenica 12 ottobre, vediamo come la pianta, tra cielo e terra, si arricchisce di forze cosmiche fondamentali per la sua crescita.
Durante l’inverno, il frumento ha moltiplicato a livello del suolo tanti germogli. In primavera poi, si prepara alla fase di levata, ovvero a un allungamento dei culmi e dei germogli. Una giornata in più o in meno di sole può far la differenza. La pianta del cereale, in particolar modo del frumento, del farro e dell’avena, si nutre particolarmente di luce. Il veicolo con cui la luce fluisce in una foglia per attivare la fotosintesi clorofilliana è il silicio, che potremmo definire come una luce condensata.
Il silicio nel suolo (la sabbia) fluisce nella pianta tramite l’elaborazione dei microrganismi del terreno, ma abbiamo anche il silicio disperso in dosi infinitesimali nell’atmosfera, quasi come borotalco, finissimo e impalpabile, ma presente nell’aria.
Il silicio dell’aria si posa sulle foglie e viene assorbito tramite la rugiada e la pioggia (la foglia, infatti, ha piccoli forellini con cui respira). Il cereale impiega questo silicio così come l’elettricista impiega i fili di rame per far fluire la corrente; lo utilizza per trattenere la vita che scorre attraverso i raggi solari.
La luce fluita attraverso il silicio all’interno della pianta si disperderebbe se non ci fosse il carbonio, un’altra sostanza importantissima.
Quando sfioriamo il lembo di una foglia di un cereale la percepiamo tagliente: è dovuto al silicio presente sulle sue estremità. Quando, invece, vediamo ondeggiare lo stelo di una spiga lo dobbiamo, oltre che al silicio, alla presenza del carbonio.
Più lo stelo si allunga, più è alta la sua affinità con la luce. Più lo stelo è elastico e ondeggia, più la pianta è stata capace di trattenere la luce solare al suo interno.
La luce e il calore si condensano mano a mano che la pianta cresce, fino ad arrivare a un punto di saturazione, che permette la formazione della spiga. Si nota un rigonfiamento che sembra quasi venire espulso verso l’alto. Si tratta di un profondo capovolgimento delle forze vitali della pianta, che stanno per fluire tutte all’interno della nuova spiga.
È molto bello vedere come la pianta convogli tutta la sua forza vitale in un unico punto; non avviene, certo, in una rosa o in un geranio, che continuano a rifiorire.
Nel cereale le forze vitali hanno un’unica direzione e un unico disegno: concentrarsi all’interno della spiga e concentrare luce e calore.
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16/09/2014
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