Bri, in Italia e Grecia il trend del mattone resta in negativo
Mentre l'Irlanda, dopo una lunga fase negativa per il mercato immobiliare inizia a rivedere la luce con la ripresa delle compravendite e dei prezzi, il mattone è invece sempre più indigesto in Italia e in Grecia. È quanto dicono dalla Banca di Regolamenti Internazionali (Bri) sull'andamento dei prezzi reali della case, depurati quindi dal tasso di inflazione.
L'ingresso dell'Italia in deflazione è stato letto da molti esperti del real estate e non solo come un'ulteriore variabile negativa che andrà a pesare sul real estate. "L'inflazione infatti positiva permette al valore di un immobile di rivalutarsi almeno in parte anche se il mercato non vive una fase felice" spiega Cesare Ferrero, country manager Italia per Bnp Paribas. «Le fluttazioni dei prezzi reali delle case hanno una forte impatto sulla ricchezza netta delle famiglie e sulla loro propensione alla spesa. Inoltre il valore delle case rappresenta la garanzia associata ai mutui, mutui che, solo nelle economie avanzate, sono pari a 24mila miliardi di dollari», scrive la Bri.
I numeri del rapporto della Bri (che, con sede a Basilea, ha come azionisti 56 banche centrali, tra cui la Banca d'Italia) fotografano l'andamento dei prezzi reali delle case negli ultimi 12 mesi, dal secondo trimestre del 2013 al secondo trimestre del 2014. Quindi anche nel periodo in cui la crisi econmica europea si è aggravata.
Nelle economie avanzate si riscontrano andamenti piuttosto divergenti. Negli ultimi 12 mesi in alcune nazioni si è arrestato il declino dei prezzi reali, mentre in altri è proseguito. Nel dettaglio i prezzi reali delle abitazioni sono aumentati negli Stati Uniti del 9,5% e in Gran Bretagna del 6%. Prezzi in crescita anche in Canada (+7%), Australia (+7,7%) e del 2,2% in Svizzera. Recuperi significativi anche in alcuni dei Paesi europei pesantemente colpiti, nel recente passato, prima dalla crisi finanziaria e poi da quella economica. È il caso dell'Irlanda dove i prezzi reali delle abitazioni sono saliti del 7,2% e in Islanda del 6,4%. Quindi in Europa si accentua la polarizzazione tra nord e sud del continente. I prezzi reali sono aumentati in Germania dell'1,2%, nei Paesi scandinavi quali Danimarca e Svezia rispettivamente dell'1,7% e del 4,8%. Male invece la periferia dell'Eurozona, maglia nera la Grecia con una caduta dei prezzi reali pari a -6%, poi Italia -5%, Spagna -3,8% (anche se qualche esperto inizia a vedere nel Paese segnali di recupero, soprattutto sulle piazze principali come Madrid e Barcellona), Portogallo -1,2%. Insomma in questi Paesi possedere una casa distrugge ricchezza invece che crearla. Anche Nomisma ha di recente reso note in esclusiva al Sole24 Ore le nuove previsioni, peggiorative rispetto al passato, che registrano a fine 2014 quotazioni del mattone residenziale in calo del 5-5,5%. Proprio oggi però Tecnocasa ha pubblicato un focus su Milano nel quale si evidenziano tendenze divergenti da zona a zona e una sostanziale tenuta dei prezzi in centro. Bene anche le zone come Porta Nuova dove i nuovi uffici hanno innalzato la domanda di case in affitto e la richiesta di abitazioni da mettere a reddito in vista dell'Expo2015.
Nelle economie emergenti permangono tassi di crescita reale dei prezzi anche a due cifre, come in Cina +13% e Filippine +13%. Sostenuto il trend in Malesia +5%. Più contenuti gli aumenti in Brasile pari al 3,9%, variazioni nulle in Mexico. In Giappone si conferma una tendenza negativa con una flessione pari a -2,2%.
di Paola Dezza
Fonte: Il sole 24 ore
22/09/2014
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