Ma quanto mi costi?
“Mio nonno era solito dire che almeno una volta nella vita hai bisogno di un dottore, un avvocato, un poliziotto o un prete. Ma ogni giorno, per tre volte al giorno, tu hai bisogno di un agricoltore”.
Brenda Schoepp, scrittrice e blogger
Con settembre arriva anche quella curiosa sensazione di inizio anno nuovo.
Forse per la fine di una stagione di vacanza o per l’apertura dell’anno scolastico, ma soprattutto
per i progetti di corsi e lezioni varie con cui proviamo a contrastare la tristezza del lungo inverno.
In tutto questo si inseriscono la ripresa delle normali attività, le preoccupazioni per l’aumento delle bollette, la crisi del lavoro e il pensiero per la stagione che arriva (secondo la TV, sempre portatrice di freddo, gelate e influenze dai nomi esotici).
L’apprensione per l’incognita delle spese future ci porta a cambiare la nostra percezione di risparmio, di “troppo caro” e a buon prezzo.
Questo si riflette anche su ciò che scegliamo per l’alimentazione di tutti i giorni: “Vorrei mangiare biologico, perchè sono sensibile all’ambiente e ci tengo alla salute della mia famiglia, ma i prodotti costano troppo, ho troppe spese per riuscire a permettermelo”.
È vero, il biologico è “caro”. Rispetto a cosa costa di più? Sicuramente rispetto a un prodotto che oltre a poter essere inquinato da sostanze chimiche di sintesi, inquina a sua volta l’ambiente e costringe ad assumerci alti costi per il disinquinamento (quando e se lo si fa).
O rispetto a un prodotto coltivato in modo “industriale”, sfruttando al massimo la terra, derubandola così della sua naturale vitalità.
Consideriamo ciò che è compreso nel costo di un prodotto biologico. Come il valore di un lavoro impegnativo e faticoso, che deve essere adeguatamente retribuito, per garantire un reddito sicuro a chi continua a mantenere in vita un sistema agrario oggi in crisi, consentendoci di nutrirci ogni giorno.
Oltre a fornirci prodotti “puliti”, l’agricoltore biologico e biodinamico migliora e mantiene nel tempo la fertilità della terra, e contribuisce alla bellezza del paesaggio italiano. Per questo, se in generale si accetta la pericolosa chimera del prezzo troppo basso, si rischia di sacrificare sia la qualità dei prodotti agricoli che i diritti sociali e civili dei lavoratori: frutto di una mentalità che tutto giustifica per il guadagno di pochi.
La logica dello sfruttamento intensivo, della sovrapproduzione, della tecnica e dell’industrializzazione applicate alla Natura, portano quei risultati che nel corso degli anni abbiamo imparato a conoscere: mucca pazza, pollo alla diossina, vino al metanolo, uova contaminate, frodi alimentari, spesso legate ad attività illecite e magari di stampo mafioso.
Fare la spesa bio significa avere un approccio a uno stile di vita orientato ad acquisti più attenti, sviluppando una gestione diversa, spesso migliore, delle proprie risorse economiche. Non dimentichiamoci che ogni italiano butta nel pattume circa 600 euro di alimenti all’anno.
Perciò prepariamo in modo consapevole la nostra lista della spesa scegliendo prodotti di stagione, concedendoci le golosità con equilibrio, facendo autoproduzione e imparando a cucinare gli avanzi così da non avere troppi scarti.
D’altra parte dei prodotti bio puoi mangiare tutto, anche la buccia.
Lo staff di Cuorebio
23/09/2014
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