REGINA MARTYRUM - 2^ parte
Tra la seconda metà del 1100 e la prima parte del 1300 venne eretto l’edificio a tre corsie denominato impropriamente Ospedale dei Crociati, attiguo al santuario. Oltrechè adibito ad ospizio per l’accoglienza e assistenza spirituale di pellegrini, devoti e infermi, fu residenza vescovile stagionale o alternativa, dimora di ecclesiastici e foresteria per ospiti altolocati.
Filippo Giudice Caracciolo, nato da illustre famiglia partenopea, fu vescovo di Molfetta dal 17 febbraio 1820 al 15 aprile 1833, quando divenne arcivescovo di Napoli. Con il benestare del Capitolo Cattedrale, avvallato da decreto regio, il 7 novembre 1828 cedette ai Frati Minori Riformati della Provincia Minoritica di Bari, rappresentati da padre Giuseppe Giove da Santeramo, il santuario più i fondi annessi, appartenenti alla mensa vescovile. La consegna formale avvenne il 18 aprile 1829, Domenica in Albis, che all’epoca si celebrava nel santuario con grandiosi festeggiamenti. Vi presenziarono il Capitolo, il Clero, il Seminario nonchè mons. De Simone, vescovo di Conversano, e l’illustre arciprete molfettese Giuseppe Maria Giovene. Fu una solenne cerimonia religiosa tra le manifestazioni di giubilo dei numerosi fedeli; pronunziò un’applaudita allocuzione d’indirizzo padre Bernardino da Siderno. In seguito mons. Caracciolo dispose la costruzione del nuovo convento sull’ala meridionale dell’ospizio, demolita e inglobata nell’edificio soprastante; l’opera fu ultimata dai frati, che vi insediarono una casa di studio per i loro chierici.
La stampa riprodotta è la replica di un’incisione settecentesca realizzata da Francesco la Marra su commissione di Pantaleo Nisio, cappellano del santuario della Madonna dei Martiri. Ma, a differenza dell’originale, la dimensione maggiore è verticale e la rappresentazione della Vergine prevale rispetto alla figura di S. Corrado, che con sguardo supplice indica alla Protettrice la città di Molfetta. La composizione abbina felicemente l’immagine mariana più venerata dai Molfettesi e la rappresentazione più autentica di S. Corrado, ancorchè attempato (scomparve infatti prematuramente). Il Giovene, forse per consolidare i vincoli tra Molfetta e il suo Patrono, fu il primo a riportare che il Santo, reduce dalla Terrasanta, si fermò nell’Ospedale di S. Maria dei Martiri. Ma è soltanto una pia leggenda, tramandata dalla devozione popolare.
24/09/2014
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