La casa di domani è condivisa e si adatta alle esigenze degli inquilini
Flessibile, condivisa, sostenibile e tecnologica. È questa la casa di domani secondo gli italiani, come emerge dall'ultima ricerca Doxa condotta nell'ambito del progetto Osservatorio sulla casa. Si tratta di un'iniziativa promossa da Leroy Merlin, il gruppo francese specializzato in prodotti per il bricolage, la manutenzione e la ristrutturazione di abitazioni e giardini. I risultati dell'indagine hanno tracciato quattro possibili profili di casa ideale, tutti interconnessi fra loro e classificati secondo queste definizioni: mutante, collettiva, ricongiunta, device.
La prima è un'abitazione in grado di cambiare continuamente, adattandosi man mano alle esigenze degli inquilini. È pensata come una sorta d'involucro esterno dove gli spazi non sono più suddivisi in maniera permanente, ma sfruttano ad esempio l'utilizzo di pareti mobili. L'evoluzione interessa in questo caso anche il fronte dell'arredo, che tende a diventare sempre più intercambiabile e per certi versi effimero. Fondamentale infine l'uso della luce, un elemento capace di modellare gli ambienti e modificarli in base ai bisogni dei proprietari. Secondo i dati Doxa, l'83 per cento degli intervistati desidera sistemi d'illuminazione in grado di adattarsi alla luce naturale, nonchè sensibili alla presenza di persone nei locali. In sostanza, si guarda a impianti che si accendono, si spengono e si regolano in totale autonomia.
«Dimentichiamoci della casa borghese – commenta Franca Ferrari, Qualitative area manager Doxa –: la dimora ordinata, e organizzata secondo i criteri noti è ormai lontana. Adesso si punta a un contenitore semplice, scarno ed essenziale in cui gli spazi si possono ridefinire a seconda degli eventi: la nascita di un figlio, il trasloco di un altro, l'arrivo di un parente, l'abitazione utilizzata per lavoro o per ricevere gli amici. Veniamo da una cultura classica che ha costruito edifici per farne monumenti eterni, ma ora siamo pronti al cambiamento».
La casa collettiva, invece, rimanda alle esperienze di co-housing che si stanno diffondendo anche sul territorio nazionale. Per il 23 per cento degli intervistati, infatti, l'abitazione del futuro deve essere integrata, con servizi e spazi comuni. Non solo, dovrà essere ben inserita nel contesto urbano, servita da una rete di collegamenti efficiente e da infrastrutture avanzate. «Questo 23 per cento è composto soprattutto dai giovani – spiega Ferrari – che tendono a ripensare i propri spazi abitativi secondo una logica di interconnessioni. La nuova abitazione è più piccola, siamo lontani dai 100 – 180 metri quadrati di una volta, ma è collegata a tutto il tessuto urbanistico».
Infine, altri due elementi essenziali per la casa del futuro sono l'ambiente e l'hi-tech. Dovrà essere ricongiunta, cioè a stretto contatto con il paesaggio naturale: per il 54 per cento degli intervistati è fondamentale vivere nelle vicinanze di uno spazio verde. Ma sarà anche un'abitazione arredata con legni grezzi, tessuti, tappeti e oggetti in fibre naturali. La casa device, invece, sfrutta il potenziale delle tecnologie per le esigenze di tutti i giorni: impianti di climatizzazione autonomi, connessione a distanza con sistemi di sicurezza come il soccorso medico o la vigilanza.
L'indagine è stata realizzata unendo sistemi diversi. Tra questi, l'attivazione di due stanze virtuali (mediante una piattaforma online dedicata) dove per sette giorni un gruppo di utenti si è confrontato sul tema "la casa del futuro". Due le categorie coinvolte: da una parte i cosiddetti "testimoni privilegiati", ossia esperti del settore come architetti e arredatori, dall'altra la gente comune.
I risultati sono stati presentati nella serata di ieri, durante la premiazione del concorso "La casa di domani", promosso da Leroy Merlin e Società Umanitaria, la storica fondazione milanese. Rivolto a studenti di architettura e giovani professionisti del settore, il contest metteva in palio due premi – cinquemila euro ciascuno – per i migliori progetti di riqualificazione di uno stabile in via Paullo 3 (Milano). I vincitori sono stati Alberto Gadaleta (categoria studenti) e Nicola Tognoni (categoria giovani architetti).
di Chiara Panzeri
Fonte: Il sole 24 ore
26/09/2014
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