SAPERE/CULTURA
Termini che in generale indicano l’insieme di conoscenze, tradizioni, arti e tecniche di un gruppo sociale, di un popolo o dell’intera umanità. La parola “cultura” viene usata anche per indicare il sapere di un individuo. In senso più profondo, esprime un atteggiamento di vita volto alla ricerca del senso dell’esistenza e allo sviluppo personale.
Le parole del sapere/cultura. “È la sete di conoscenza che muove le mie scelte”, “È molto colto: ha addirittura due lauree”, “Mi sento schiacciato dal peso del tuo sapere”.
C’è cultura quando due o più persone comunicano fra loro. Dove ci sono scambi (di idee, di prodotti, di informazioni) ci sono anche trasformazione ed evoluzione. Il termine deriva infatti dal latino colere, cioè coltivare, far crescere.
In tal senso quindi ogni cosa che fa crescere l’uomo è cultura. Nella storia della civiltà il fuoco, la ruota, l’elettricità, il computer hanno fatto evolvere l’uomo, e non è un caso che il passaggio della caccia all’agricoltura, circa diecimila anni fa, abbia favorito anche un enorme sviluppo culturale. Essa si configura così fin dagli albori non come nozionismo, cioè come una quantità di cose da sapere, sganciate dalla praticità quotidiana, ma al contrario come un saper vivere, un sapersi “coltivare”.
Dinamismo e praticità. “La cultura di una persona deve modificarsi di continuo e aprirsi al nuovo, perchè deve servire all’uomo per vivere meglio”. La cultura implica un atteggiamento curioso, disponibile al cambiamento e volto al benessere e allo sviluppo della consapevolezza di sè. L’uomo colto non deve per forza sapere tante cose, ma quelle che gli servono per essere in sintonia con la vita di quel momento, in quel contesto sociale e familiare.
Cultura dunque è relazione armoniosa con ciò che ci circonda. In molti casi, contrariamente a quel che sostiene il modello dominante di pensiero occidentale, corrisponde a un cervello vuoto o spazioso, sfrondato di nozioni inutili. Oggi infatti l’enorme acquisizione di dati e notizie complica un po’ la situazione, perchè non si sa quali e come usarli. Perciò la vera cultura oggi è anche saper svuotare la mente di ciò che non serve.
Farne sfoggio. “Segnala un grande bisogno di impressionare gli altri al fine di piacere ed essere accettati, un tentativo di dominare il campo relazionale, di difendersi dalle critiche, a volte anche di sedurre”. Al fare sfoggio della propria cultura si associa non raramente uno “snobismo culturale”, cioè la tendenza a valutare gli altri secondo il livello di istruzione e di conoscenze. Ciò è tipico di persone completamente identificate in modelli di tipo elitario sotto cui si nasconde di solito un grande senso di inferiorità.
L’avversione per il sapere. “È tipica di diversi giovani e adolescenti ma anche di alcuni adulti, che hanno associato, di solito fin da piccoli, questa parola con qualcosa di noioso e polveroso”. Aver avuto insegnanti noiosi e genitori di stampo troppo tradizionalista può aver creato una sorta di ribellione verso tutto ciò che costituisce il sapere, interpretato come simbolo di vecchiume e di staticità.
15/10/2014
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