Libero di essere me stesso
La storia del mondo del biologico è stata sicuramente scritta da tanti operatori: agricoltori, panettieri, cuochi, trasformatori delle materie prime e negozianti. Ma anche da altre figure che hanno contribuito, fin dagli anni ‘70 e ‘80, alla diffusione di un nuovo modo di pensare, coltivare e produrre alimenti “puliti”.
Uno di questi è sicuramente Mimmo Tringale, di cui vi raccontiamo in questo numero il percorso di vita e le sue “contaminazioni” con il biologico. Per incontrarlo ci siamo recati a Firenze, nella sede della casa editrice Terra Nuova, che pubblica la storica testata omonima, di cui è direttore. A prima vista Mimmo può sembrare un tipo molto serio e schivo, ma punteggia il suo racconto di sottile ironia. La sensazione che trasmette, fin da subito, è quella di essere una persona che ha sempre avuto l’obiettivo di mantenersi libero nei pensieri e coerente nelle azioni.
“Per me l’avventura con Terra Nuova è stata una grande opportunità, perchè sono riuscito a realizzare quello che volevo fare fin da bambino, e cioè scrivere”, esordisce Mimmo.
“Per questo, attraverso i miei articoli mi piacerebbe trasmettere ai giovani, che oggi hanno tante difficoltà nel trovare la propria strada, un messaggio d’incoraggiamento: quando si coltivano le proprie passioni, in qualche modo la vita ti apre delle porte. C’è molto bisogno di dare una possibilità di futuro a tutti quelli che credono, come me, che, se ti impegni, la vita ti ripaga sempre”. Prosegue andando a ritroso nel tempo, raccontando come ha incontrato il biologico: “Ho iniziato nel 1974 quando, studente della facoltà di Agraria di Firenze, dove ero arrivato dal Sud (ndr: è nato in Sicilia e si è trasferito a quattro anni in Puglia) presi coscienza rispetto a quello che mi veniva insegnato all’Università, che mi sembrava l’esatto contrario di quel che pensavo e provavo nei confronti della terra e dell’ambiente. In quegli anni, per fortuna, arrivavano confortanti notizie da altri Paesi europei dove alcuni contadini avevano cominciato a non utilizzare sostanze chimiche in agricoltura. Anche in Toscana erano già presenti fermenti di un nuovo modo di coltivare, portati da agricoltori svizzeri, francesi e tedeschi che, avendo trovato un paesaggio unico, terra fertile e clima adatto per coltivare, avevano iniziato a fare agricoltura biologica e biodinamica con le nozioni e gli insegnamenti raccolti nei loro Paesi.
Nel 1983 fondammo il Coordinamento Toscano dei produttori biologici, anche se i toscani erano pochissimi. Parallelamente a questo percorso ho incontrato Aam Terra Nuova che, allora, era l’unico organo d’informazione che si occupava di diffondere i principi dell’agricoltura biologica e biodinamica, alimentazione, salute e stili di vita alternativi”. A questo punto si alza e ci fa vedere alcune foto d’archivio che raccontano gli albori della rivista: immagini di persone cui la patina del tempo non ha smorzato l’intensità degli ideali. “Possiamo dire che Aam Terra Nuova è stato uno dei tanti semi gettati dal movimento studentesco del 1977, passato alla storia come un movimento abbastanza tosto e a volte violento, perchè la componente che ha fatto più rumore è stata quella che proponeva lo scontro di classe, che ha poi alimentato la lotta armata, eccetera. Accanto a questo, però, c’era anche la parte creativa, dai famosi indiani metropolitani ai gruppi che si dedicavano alla controinformazione.
Nel settembre del ’77, nel corso di un convegno a Bologna, nacque questo coordinamento AAM, che stava per Agricoltura Alimentazione e Medicina, con l’obiettivo di creare una rete che collegasse le varie associazioni. Al prezzo di copertina di 300 lire, il numero zero esce nel gennaio del ’78 (vedi nella foto), anche se Terra Nuova è stata effettivamente concepita nel settembre ’77. La redazione si insedia a Roma, nel retrobottega di uno dei primi negozi di prodotti biologici italiani, da lì nell’84 si trasferisce nella campagna toscana, nel Mugello, e solo nel gennaio del 2000 arriva a Firenze.
Nel frattempo la testata si trasforma in “Aam Terra Nuova” a segnalare l’intento propositivo, le proposte di vita, che insieme ai temi centrali dell’alimentazione e dell’agricoltura biologica nel tempo caratterizzeranno la rivista. La forza di Terra Nuova è stata, soprattutto in quel periodo, quella di aggregare realtà presenti nelle varie regioni, che non si conoscevano tra loro e che, poi, piano piano davano vita ai vari coordinamenti regionali. Il primo è stato il Coordinamento veneto Aam Terranuova, perchè in Veneto c’era già una grossa presenza di agricoltori e di associazioni di consumatori che gestivano negozi specializzati. Poi, su stimolo del gruppo veneto, nacque il Coordinamento siciliano; qualche anno dopo è nato quello toscano,di cui sono stato presidente per i primi dieci anni, e a seguire quello friulano, piemontese eccetera. In tutti questi coordinamenti il
lavoro era volontario, nessuno era pagato e in ciascuno operava una commissione formata anche da tecnici e agricoltori che visitavano le aziende per verificarne i metodi di coltivazione e la loro conformità con lo standard “Cos’è biologico”.. Alla fine degli anni 80, questi coordinamenti hanno costituito, l’Associazione italiana per l’agricoltura biologica dando così una prima, piccola struttura al mondo bio.
La rivista Aam Terranuova ha così cominciato a diffondersi capillarmente nel territorio italiano; da bollettino si è trasformata in bimestrale, creando un legame profondo e diventando un punto di riferimento non solo per i produttori, ma anche per i negozianti e i consumatori biologici. Oggi è mensile ed è distribuita in circa 1300 punti vendita. Cerchiamo di far dialogare mondi diversi e di farli conoscere. Diamo informazioni, stimoli e strumenti per far crescere nei lettori la capacità di
critica. Per molti anni Terra Nuova ha scelto di non ospitare pubblicità: in qualche modo la pubblicità è uno stimolo al consumo, anche se è di prodotti ecologici e sostenibili. C’erano anche
considerazioni di indipendenza: la pubblicità ti può togliere la libertà di scelta. Ma a un certo punto abbiamo capito che per migliorare la rivista era importante poter contare anche sugli introiti pubblicitari, a patto che fossero coerenti con il contenuto della rivista: solo prodotti certificati o ecosostenibili. Questo nel tempo ci ha portato anche a rinunciare a investimenti importanti, ma anche a portare avanti con coerenza e libertà i nostri ideali di sempre”.
E questa per noi è anche libertà di pensiero.
TERRA NUOVA
www.aamterranuova.it
20/10/2014
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