|
LA MEDITAZIONE
La meditazione non è una lotta tra il flusso dei pensieri che ci agita e la nostra volontà di meditare, come già detto in precedenza, è uno stato di coscienza che emerge dalla concentrazione: dharana. Quando la nostra mente non è agitata da tensioni fisiche, emotive, mentali e spirituali, oppure queste possono essere gestite in modo da mantenere la concentrazione sull’oggetto della meditazione senza distrazioni, allora emerge naturalmente lo stato meditativo.
Infatti, Satayananda Saraswati, scrive che “se in dharana la coscienza diviene continua, senza alcuna frattura o interruzione causata da qualche altro pensiero, allora dharana è sostituita o trasformata in dhyana”, cioè, la meditazione emerge naturalmente quando non intervengono interruzioni nella concentrazione e “include due cose: l’ininterrotto continuo flusso della coscienza sul singolo oggetto e la consapevolezza che si sta praticando una concentrazione ininterrotta”. La tappa successiva indicata come massima esperienza negli Yoga Sutra è il samadhi. Da un punto di vista tecnico nel samadhi la coscienza diviene tutt’uno con l’oggetto della concentrazione. In esso “… non c’è consapevolezza che si sta praticando la concentrazione”. Le attività della mente sono momentaneamente sospese “perchè non si è più consapevoli di se stessi o del processo della concentrazione”. La sperimentazione di dharana, dhyana e samadhi conduce lo yogi alla piena gestione del piano psico-mentale.
27/10/2014
|
|
Yoga e benessere psicofisico a cura di Marisa Cavalluzzi |
|
|